Sfalci e potature da manutenzione verde pubblico e privato sono sempre rifiuti e mai sottoprodotti anche se producono energia
(31/05/2024)
(31/05/2024)
(29/03/2023)
Il regime disciplinare di sfalci e potature si caratterizza per una sua particolare difficoltà dovuta alla diversa classificazione dei rifiuti (urbani o speciali) in ragione del criterio della provenienza.
Nel muovere dalla nota Mite 14 maggio 2021 prot. 0051657, il presente intervento ricompone il quadro di riferimento con riguardo alla classificazione come urbani o speciali di sfalci e potature quando considerati rifiuti, all’iscrizione nelle categorie dell’Albo gestori ambientali e alla sussistenza (o meno) degli adempimenti relativi alla tracciabilità dei rifiuti.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (4221/2023) conferma quando si tratta di rifiuti e quando invece di meri materiali che rifiuti non sono, mentre l’Albo gestori, dal canto suo, conferma le riflessioni sulla categoria di iscrizione delle imprese che svolgono attività di sfalcio e potatura presso aree verdi pubbliche, o private ma adibite a uso pubblico.
(29/03/2023) di Paola Ficco
(31/05/2020)
(31/03/2020)
(29/06/2019)
L’articolo 20 della legge europea 2018 modifica l’articolo 185, comma 1, lettera f) del Dlgs 152/2006 sulle esclusioni dalla disciplina sui rifiuti. Il tutto per superare l’avvio di una procedura di infrazione Ue e sanare i problemi di compatibilità con la direttiva europea sui rifiuti 2008/98/Ce. La modifica, però, ripropone il problema. Infatti, si ha che sono esclusi dal regime sui rifiuti anche quelli che derivano dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni. Vale la pena ricordare che sfalci e potature devono essere non pericolosi e nelle aree ad alta densità di traffico non è un obiettivo semplice; la loro non pericolosità dovrà comunque essere sempre provata.
(29/06/2019) di Paola Ficco
L’Antitrust ha segnalato al Parlamento e all’Anci (Associazione Comuni Italiani), che la disciplina che esclude dal regime dei rifiuti sfalci e potature da verde pubblico è distorsiva della concorrenza. Questo perché l’articolo 185, comma 1, lettera f), Dlgs 152/2006 riformulato ad opera della legge 154/2016 contrasta con la direttiva 2008/98/Ce.
Tale legge, infatti, ha ampliato il novero dei residui vegetali esclusi dal campo di applicazione della disciplina sui rifiuti, aggiungendo all’esclusione da tale disciplina anche sfalci e potature da verde pubblico. Le distorsione della concorrenza che ne derivano, a svantaggio del settore del compostaggio, inducono l’Autorità a sperare in un riallineamento con la disciplina eurounitaria.
(29/06/2018) di Paola Ficco
(27/10/2016) di Paola Ficco
(31/03/2016)