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INTERVENTI - La gestione del percolato di discarica

ABSTRACT

L’articolo riporta, oltre ai dati più recenti relativi allo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica, le indicazioni che il Mase ha fornito in merito alla gestione del percolato di discarica, restituendo il sistema tracciato dall’interlocuzione istituzionale con la Commissione Ue.

Il Dlgs 121/2020 aveva, in conformità al dettato normativo, introdotto disposizioni specifiche in materia, che secondo l’interpretazione prevalente anche dell’allora Mite vietavano la reimmissione del percolato nel corpo della discarica. A seguito di specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea su richiesta dello stesso Ministero, viene ora consentita detta reimmissione a condizione che le Autorità competenti, nell’atto autorizzativo, prevedano misure specifiche come dettagliato nell’articolo.

(03/03/2025) di Rosanna Laraia (Microbiologa, già Responsabile del Centro Nazionale per il ciclo dei rifiuti e l’economia circolare di Ispra)

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INTERVENTI - Il ripristino post-operativo della discarica cessata di Vizzolo Predabissi (Mi)

La discarica di Vizzolo Predabissi (MI) rappresenta un esempio, tra i numerosi in Italia, di vecchie discariche realizzate anteriormente a norme specifiche, successivamente autorizzate sulla scorta di leggi regionali prima e statali poi, ed ora non più correttamente gestite perché abbandonate a causa del protrarsi della produzione di percolato e dei conseguenti costi non computati in fase di errata, ma non consapevole, progettazione/programmazione economico finanziaria iniziale.
In seguito all’emanazione del Dpr 915/1982 e della Lr 37/1988 (Regione Lombardia), norme che prevedevano la titolarità pubblica per le discariche di Rifiuti solidi urbani (RSU), ai Comuni che avevano sul proprio territorio discariche di questo tipo veniva richiesto di farsi autorizzare come “gestore per la realizzazione e la gestione di pubblica discarica controllata per rifiuti solidi urbani” e, come tali, potevano stipulare convenzioni con privati cui veniva affidata la gestione operativa.
La travagliata storia della discarica di Vizzolo Predabissi ripropone il tema dell’abbandono delle discariche che, a fronte di iniziali autorizzazioni che prevedevano solo 10 o, al massimo, 15 anni di gestione post-operativa, hanno dovuto fare i conti con una realtà ben diversa.
Gli iniziali previsti periodi di post gestione si sono rivelati insufficienti, in parte anche per le modalità costruttive della copertura delle discariche, a garantire la completa mineralizzazione dei rifiuti stoccati con evidente crescita dei costi gestionali. La conseguente mancata e/o cattiva gestione di queste discariche procura notevoli criticità con negative ripercussioni sulle matrici ambientali ed economiche per le PA che devono intervenire con risorse proprie.
In questo articolo viene illustrato, per la discarica di Vizzolo, il complesso percorso intrapreso a partire dalla fase emergenziale, le soluzioni ipotizzate e infine le scelte fatte per una gestione ambientalmente ed economicamente sostenibile.

(01/02/2024) di Piergiorgio Valentini (Direttore Area qualità dell'ambiente ed energia - Provincia di Milano), Antonella Perosa, Fabrizio Finotelli, Enrico Magnano, Lorenzo Zoppei e Raffaello Di Martino

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INTERVENTI - Gli obiettivi europei e l’andamento dello smaltimento in discarica

La normativa comunitaria ha fissato diversi obiettivi finalizzati al monitoraggio delle misure messe in atto in materia di rifiuti nell’ambito dell’economia circolare. Nel caso dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, i quali peraltro concorrono sia al conseguimento dei propri obiettivi, che in parte (si vedano gli imballaggi provenienti da superfici pubbliche), a quelli dei rifiuti urbani sono ad esempio fissati, al 2025, obiettivi pari, rispettivamente, al 55% e al 65%, con ulteriori obiettivi progressivamente crescenti negli anni successivi. Ai suddetti target si abbina la necessità di garantire una rilevante riduzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, che deve porsi al di sotto del 10% a partire dal 2035.
Gli obblighi di rendicontazione si stanno inoltre sempre più estendendo a varie e specifiche tipologie di rifiuti e le misure introdotte dalle direttive e dai regolamenti europei 1 2 3 sono accompagnate da stringenti disposizioni in materia di modalità di elaborazione dei dati, finalizzate a rendere il monitoraggio uno strumento efficace nella quantificazione dell’effettivo riciclaggio dei differenti flussi di rifiuti. Le percentuali devono infatti essere calcolate con modalità che rendono le stesse realmente indicative delle performance conseguite e degli eventuali accorgimenti correttivi che si potrebbero rendere necessari.

(17/01/2024) di Andrea Massimiliano Lanz

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INTERVENTI - La discarica e l’abbandono di rifiuti su fondo altrui

Nonostante un orientamento per il quale il proprietario del fondo, in quanto custode ai sensi dell’articolo 2051 c.c., ha una posizione di garanzia rispetto all’abbandono, al deposito incontrollato od alla discarica di rifiuti da parte di terzi, può ritenersi ormai prevalente l’individuazione della responsabilità del proprietario nel caso di colpevole inerzia di comportamenti ragionevolmente esigibili e idonei a prevenire ed impedire la commissione dell’illecito, cui consegue il rafforzamento del proposito criminoso o l’agevolazione dell’opera del terzo.

(03/10/2023) di Pasquale Fimiani