Un approccio sistemico nella gestione di rifiuti, acque reflue e biomasse residuali nelle regioni del meridione d’Europa attraverso la simbiosi industriale del WtE
Attualmente è difficile in molte regioni italiane, come pure del mondo, proporre la costruzione di un nuovo impianto Waste to Energy (WtE) e per le popolazioni ivi residenti la discarica continuerà a essere la via di smaltimento predominante, lasciando così un enorme onere per le generazioni future. Ancora più insostenibile è il trasferimento di questi rifiuti fuori regione con un enorme aggravio economico ed ambientale nonché una chiara perdita di resilienza. Per garantire che anche la gestione della frazione del rifiuto, che residua dalla filiera del riciclo, sia sostenibile, viene qui proposto un modello di Simbiosi Industriale che affronta contestualmente le gestioni di rifiuti, acque reflue e fanghi di depurazione, massimizzandone i vantaggi, ambientali, economici e sociali, in un’integrazione eco-sistemica. Localizzando moderni impianti WtE in distretti industriali, possibilmente vicino a importanti impianti di depurazione, l’enorme quantità di energia elettrica termica a basso costo che ne origina, trova un primo importante utilizzo proprio per garantire il riuso effettivo delle acque reflue e una gestione più sostenibile dei fanghi di depurazione – in un’ottica di massima circolarità. Attraverso una accorta pianificazione, lo stesso modello, può poi incoraggiare nuove imprese a insediarsi e sviluppare processi che richiedano calore a basso costo, aumentando così ulteriormente la simbiosi industriale e la sostenibilità complessiva del distretto industriale.
(02/09/2023) di Debora Fino, Lidia Lombardi e Giuseppe Mancini