Tag «Terre e rocce da scavo» Articoli

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Amianto naturale e terre e rocce da scavo: la linea guida Snpa mette ordine

Tra le funzioni istituzionali del Sistema Nazionale a Rete per la Protezione dell’Ambiente c’è la promozione e pubblica diffusione delle conoscenze ufficiali sullo stato dell’ambiente e sulla sua evoluzione. Questo avviene anche attraverso l’adozione di Linee Guida che costituiscono anche uno strumento per la gestione operativa delle attività ad impatto ambientale. Tra i temi attenzionati dalle agenzie di protezione dell’ambiente e dall’istituto ISPRA la presenza di amianto naturale nei terreni e nelle rocce è da sempre in primo piano. L’esperienza sin qui maturata, su un tema che ancorché di nicchia ha importanti risvolti, è ora condensata in un documento che la armonizza e omogenizza, offrendo spunti e sottolineando punti di criticità.

(30/06/2023) di Giovanni Savarese

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La giurisprudenza “casistica” in materia di sottoprodotti e di terre e rocce da scavo

La nozione di sottoprodotto è stata oggetto di diversi interventi giurisprudenziali che, oltre a delineare le linee generali dell’istituto, hanno dato vita ad un vero e proprio sistema di fattispecie al quale attingere quali precedenti. Lo stesso può dirsi nel campo delle terre e rocce da scavo che costituiscono la principale ipotesi tipizzata di sottoprodotto.

(02/05/2022) di Pasquale Fimiani

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Valori di fondo (naturali o antropici) esistenti in un sito, come valutarli

Nel 2017 il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (SNPA) ha emanato una specifica “Linea Guida per la determinazione dei valori di fondo per i suoli e per le acque sotterranee” (Doc. n. 20/2017). La Linea Guida SNPA riveste particolare importanza in quanto essa, come affermato dalla stessa, si applica a vari contesti normativi e precisamente: terre e rocce da scavo, siti contaminati, discariche di rifiuti, piani di gestione dell’inquinamento diffuso, protezione dei corpi idrici sotterranei dall’inquinamento e dal deterioramento.

Gli obiettivi di tale Linea Guida sono, come per tutte le altre LG emanate dal SNPA, l’armonizzazione dei controlli da parte delle ARPAs, oltre ad elaborare a livello nazionale, sulla base dei dati raccolti, un Atlante del fondo naturale antropico.

Nel presente articolo si riportano le procedute tecniche da adottare per la determinazione dei Valori di Fondo sia per le acque sotterranee che per i suoli.

(31/01/2022) di Loredana Musmeci

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Terre e rocce da scavo e manutenzione reti sotterranee: quando fare la caratterizzazione?

Nel caso di manutenzioni di infrastrutture/reti sotterranee che riguardano più aree all’interno di uno o più comuni, l’aspetto della puntuale caratterizzazione delle terre e rocce escavate, al fine di qualificarle o meno “sottoprodotti”, non è presa in considerazione in modo esplicito dal Dpr 120/2017.
Tuttavia, da un’attenta lettura del Dpr 120/2017 e del Dlgs 152/2006, è possibile affermare che, in base al combinato disposto dell’articolo 5 e dell’allegato 9, parte A, Dpr 120/2017 e dell’articolo 230, comma 1, Dlgs 152/2006, si possa allestire una area di deposito presso un sito idoneo o presso la sede locale dell’impresa che esegue gli scavi (oppure nel caso in cui gli scavi vengano eseguiti direttamente dal gestore dell’infrastruttura presso la sede di quest’ultimo) dove poi effettuare la caratterizzazione per poter qualificare il materiale quale “sottoprodotto”.
Un aspetto che rimane problematico è il trasporto dal luogo di produzione delle terre e rocce da scavo al luogo del deposito.

(01/03/2021) di Loredana Musmeci

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Terre e rocce da scavo: gli illeciti nella gestione come sottoprodotti

La gestione delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti deve essere conforme agli stringenti requisiti previsti dall’articolo 184-bis Dlgs 152/2006, come specificate dal Dpr 120/2017, il cui mancato rispetto comporta la riespansione della disciplina generale in materia dei rifiuti e delle relative previsioni sanzionatorie, nonché l’eventuale responsabilità per le false attestazioni contenute nella dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante la sussistenza dei predetti requisiti, in sede di piano di utilizzo ex articolo 9 o di dichiarazione di utilizzo ex articolo 21, nonché in sede di dichiarazione di avvenuto utilizzo ex articolo 7. Un sistema il cui rispetto non si presenta agevole quanto all’osservanza dei requisiti di natura tecnica dell’obbligo di non eseguire trattamenti diversi dalla normale pratica industriale e dell’obbligo di caratterizzazione per la verifica dei requisiti di qualità ambientale.

(31/08/2020) di Pasquale Fimiani

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Terre e rocce da scavo: le Linee guida Ispra

L’Intervento illustra la portata delle Linee Guida per l’applicazione della normativa sulla gestione delle terre e rocce da scavo, approvate con delibera Snpa (Sistema nazionale protezione ambiente) il 9 maggio 2019, n. 54 con l’obiettivo di assicurare l’armonizzazione, l’efficacia, l’efficienza e l’omogeneità dei controlli sull’intero territorio nazionale in una materia così complessa e delicata. L’Autrice ripercorre il quadro normativo di riferimento, i requisiti di qualità ambientale per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti nei cantieri di grandi e piccole dimensioni, la gestione delle terre e rocce da scavo prodotte nei siti oggetto di bonifica, nonché l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce escluse dalla disciplina rifiuti, evidenziando le criticità applicative relative alla valutazione del requisito della normale pratica industriale e della qualifica delle matrici materiali di riporto.

(29/06/2019) di Rosanna Laraia

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Terre e rocce di scavo: la gestione di quelle prodotte nei siti oggetto di bonifica

La gestione delle terre e rocce di scavo prodotte in siti oggetto di bonifica ha sempre comportato timori e preoccupazioni sia da parte degli Enti competenti, preoccupati dal dover dimostrare una puntuale applicazione delle norme, sia da parte dei soggetti interessati, impegnati nel rispetto di prescrizioni a volte estremamente cautelative.
Tutto questo ha spesso comportato la decisione di ricorrere alla qualificazione di rifiuto per le terre e rocce prodotte in questi contesti, facendo propendere per scelte indirizzate più alla riduzione di potenziali rischi di non conformità amministrative, che alla ricerca della soluzione comportante maggior sostenibilità ambientale.
Nel presente lavoro si propone una lettura critica del decreto, finalizzata a schematizzare le disposizioni previste per le terre e rocce di scavo prodotte nei siti oggetto di bonifica cercando di focalizzare l’attenzione sui passaggi più significativi.

(29/03/2018) di Andrea Sconocchia (Arpa Umbria, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Terni)