Piano Transizione 5.0: agevolazioni per tutti ma discariche e inceneritori accedono solo a certe condizioni
(01/10/2024) di Simona Faccioli
(01/10/2024) di Simona Faccioli
(01/10/2024)
Nel presente intervento si dà evidenza della legislazione nazionale ed europea del trattamento dei rifiuti mediante incenerimento, analizzando i controlli ambientali a cui devono essere sottoposti gli impianti e vagliando gli aspetti sanitari che gli impianti hanno (o possono avere) sulla popolazione.
(02/09/2023) di Gaetano Settimo
In Lombardia vengono prodotti circa 4.700.000 t/anno di rifiuti urbani, di cui il 21% viene destinato alla termovalorizzazione. Grazie a tale pratica, Regione Lombardia, sul cui territorio sono presenti 12 impianti di termovalorizzazione, pari a circa il 32% del totale nazionale, incenerisce il 40% dei propri rifiuti (pari al 35,7% del totale nazionale). Tutto questo a vantaggio, anche, della raccolta differenziata che aumenta con il passare degli anni.
Inoltre, l’aggiornamento del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (“Prgr”) introdotto con Dgr 6408 del 23 maggio 2022 ha confermato la necessità di disporre di tale tipologia di impianti presso i quali destinare i rifiuti urbani indifferenziati, i rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani e speciali e i rifiuti speciali non recuperabili come materia. Con ciò la situazione ad oggi sul territorio lombardo vede presenti complessivamente circa 40 impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti urbani e speciali, le cui autorizzazioni sono ripartite per competenza tra Regione Lombardia e le Province/Città metropolitana di Milano.
In riferimento alle prestazioni emissive, Regione Lombardia ha tra i suoi obiettivi traguardare per gli impianti di incenerimento limiti più stringenti di quelli nazionali e comunitari, garantendo un monitoraggio continuo ed affidabile degli inquinanti e dei principali parametri di processo.
(02/09/2023) di Annamaria Ribaudo
Attuare un sistema di gestione dei rifiuti fondato sull’economia circolare, non dipende solo da ciò che si vuole fare, ma soprattutto da ciò che il rifiuto che viene prodotto in un certo contesto antropico consente di fare, avendo sempre come obiettivo primo il rispetto della salvaguardia dell’ambiente e della salute dell’uomo e la sostenibilità (in tutte le sue forme) del sistema individuato.
Fintanto che non si interverrà sul sistema produttivo e quindi sulle sostanze e sugli “oggetti” di consumo che poi andranno a costituire il rifiuto, i margini di recupero effettivo sono relegati a percentuali note; i dati disponibili (fonte Eurostat) evidenziano che è possibile riciclare e recuperare materia fino a circa un 60/65% dell’attuale rifiuto prodotto. Se si vuole inoltre raggiungere l’obiettivo previsto come ottimale per il ricorso allo smaltimento in discarica del 10%, non si può che pensare di attuare il recupero di energia attraverso la termovalorizzazione del restante 30% dei rifiuti urbani prodotti.
In tale contesto va considerato l’essenziale ricorso alla termovalorizzazione nell’ambito di un sistema integrato di smaltimento ed è quello che i tecnici ambientali associati ATIA ISWA Italia hanno unanimemente condiviso nel position paper dell’associazione del 2019 sulla gestione dei rifiuti in ambito di economia circolare. Nel presente articolo vengono focalizzati i principali aspetti riguardanti la termovalorizzazione che trovano unanime riconoscimento nel mondo tecnico nazionale e comunitario.
(02/09/2023) di Francesco Lombardi e Paola Muraro (Presidente ATIA ISWA - Associazione tecnici italiani ambientali, International solid waste association)
(01/05/2023)
(13/05/2020)
Le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques, Bat) per l’incenerimento dei rifiuti, riportate nell’Allegato alla Decisione di esecuzione (Ue) 2019/2010 del 12 novembre 2019 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea del 3 dicembre 2019 – legge n. 312/1), rappresentano un nuovo elemento per il raggiungimento degli obiettivi della politica europea in materia di gestione dei rifiuti; il documento contiene le basi tecniche di riferimento per stabilire le condizioni di autorizzazione per le installazioni di cui al capo II della direttiva 2010/75/Ue relativa alle emissioni industriali alle quali i gestori di tali impianti dovranno adeguarsi. Nel presente articolo verrà fornito un esaustivo quadro di riferimento della norma tecnica anche attraverso schemi di sintesi utili per orientarsi nell’attuazione delle tecniche descritte nel documento della Commissione.
(11/02/2020) di Andrea Sconocchia
Ci si aspettava che la Comunicazione Ue fosse un documento di “policy” finalizzato a chiarire, con solide argomentazioni, il ruolo che il recupero di energia da rifiuti, non solo l’incenerimento, potrebbe svolgere in un’economia circolare. Purtroppo, al di là di dichiarazioni di buone intenzioni, non è foriera di interessanti novità, risultando sovente poco chiara e fuorviante. L’unico merito è forse quello di avere concentrato in un unico documento concetti e indirizzi già noti, ma dispersi in una pluralità di testi. Contraddicendo i risultati di uno studio del JRC, propedeutico alla sua pubblicazione, arriva persino a disconoscere il ruolo dell’incenerimento, riservando invece eccessiva enfasi a tecniche di limitata applicabilità, come la digestione anaerobica.
(31/08/2017) di Pasquale De Stefanis
(01/09/2016)