Tag «Appalti/Acquisti verdi (Gpp)/Cam» Articoli

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

I Cam sono sempre più applicati dalle Stazioni appaltanti italiane, come dimostrano i recenti monitoraggi di cui si è già parlato su questa Rivista 1. Rappresentano oramai gli standard della sostenibilità ambientale (e sociale) dei servizi e dei prodotti ai quali si riferiscono. Il MITE (Dipartimento per la Transizione Ecologica e gli investimenti verdi – Direzione Generale per l’Economia Circolare – ECI) è impegnato nella revisione dei Cam già pubblicati nonché nella redazione di Cam nuovi. Il riferimento per i Cam nazionali rimangono i Criteri comuni europei, pubblicati dalla Commissione europea sin dal 2008, dei quali si presenta una completa ricognizione, con l’indicazione dell’ambito e dell’anno di applicazione.

(31/05/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

Il tema dei mezzi di prova, già assai complesso all’interno del Codice Appalti, assume un rilievo molto delicato quando viene declinato nel contesto dei criteri ambientali minimi (Cam) che come sappiamo sono obbligatori dal 19 aprile 2016 per ogni procedura di gara pubblica.
Il Codice Appalti è un sistema coerente e integrato: mentre da un lato impone alle Stazioni appaltanti l’obbligo di applicare i Cam (articolo 34) dall’altro offre loro la facoltà di chiedere, quali mezzi di prova, le cd. “Etichette ambientali” come presunzione di conformità del rispetto dei Cam imposti (ma solo se le etichette sono coerenti con il disposto dell’articolo 69). Tuttavia, la richiesta di una, o più, etichette ambientali non può comprimere il principio della massima partecipazione alla gara (articolo 30) per cui deve essere sempre concessa la possibilità di presentare etichette “equivalenti”. Su cosa si basa l’equivalenza (richiamata anche dall’articolo 82), come deve essere intesa in sede di gara?

(30/04/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

Ad oggi non esiste ancora una procedura istituzionale formalizzata per la realizzazione del monitoraggio del Gpp. È attraverso il Piano di Monitoraggio elaborato nell’ambito del progetto CReIAMO PA 1 che si è definito un processo e delle procedure di monitoraggio, su scala nazionale e regionale, che garantiscono la raccolta delle informazioni necessarie partendo dalle esperienze in corso e dagli impegni previsti dai vari soggetti istituzionali. In questa Rubrica si presentano alcuni risultati del Report di monitoraggio relativo all’anno 2019.

(31/03/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

L’integrazione dei Criteri minimi ambientali (CAM) negli appalti deve essere bilanciata tra le esigenze di sostenibilità ambientale delle forniture e dei servizi e quelle di libera concorrenza ed economicità, che non possono alle prime soccombere. È proprio sulla ricerca della “giusta misura” che si pronuncia il Tar Lombardia, sul caso specifico relativo all’affidamento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti.

(30/03/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

Ad oggi non esiste ancora una procedura istituzionale formalizzata per la realizzazione del monitoraggio del Gpp. È attraverso il Piano di Monitoraggio elaborato nell’ambito del progetto CReIAMO PA 1 che si è definito un processo e delle procedure di monitoraggio, su scala nazionale e regionale, che garantiscono la raccolta delle informazioni necessarie partendo dalle esperienze in corso e dagli impegni previsti dai vari soggetti istituzionali. Su questa Rubrica si presentano alcuni risultati del Report di monitoraggio relativo all’anno 2018.

(30/03/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda

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RUBRICHE - Focus appalti verdi

Il tema delle verifiche è senz’altro uno dei più spinosi nell’applicazione del Green Public Procurement. Dopo aver inserito nella documentazione di gara i criteri ambientali minimi, così come imposto dall’articolo 34 del Codice Appalti e come declinati nei decreti ministeriali che li riportano, con quali strumenti e con quali modalità la Pubblica amministrazione ne verifica concretamente la presenza nelle offerte ricevute?
Il possesso di una certificazione può davvero determinare l’esito di una gara pubblica, in un senso o nell’altro: può premiare il candidato che ne è in possesso, come prova evidente di conformità ai requisiti ambientali fissati, così come può addirittura determinare l’annullamento della gara (ed eventualmente del contratto successivamente stipulato) se il Giudice adito riscontra un disallineamento tra la certificazione utilizzata e il requisito (o sub requisito) dei Cam.
Serve quindi una “bussola” in grado di orientare Aziende e Pubbliche amministrazioni nel groviglio di specifiche tecniche da una parte ed ecoetichette ammissibili, attendibili e diffuse sul mercato, con il necessario grado di dettaglio dell’analisi. Facciamo un esempio: siamo sicuri che l’Ecolabel per i prodotti tessili sia stato rilasciato in seguito ad una verifica specifica sul requisito sulla durabilità delle fibre, intesa come “Solidità del colore al sudore”, articolo 4.1.5, Cam “Tessile”, Dm 11 gennaio 2017?
Il tema è complesso e cercheremo di restituire chiarezza in questo e in contributi che verranno pubblicati in futuro su questa Rubrica. In questo contributo, sollecitati da spunti emersi in un recente Report del Ministero dell’Ambiente, ripercorriamo i riferimenti normativi cardine della materia. In successivi contributi offriremo un primo elenco di eco-etichette “Gpp conformi”, a beneficio di Aziende e Pubbliche amministrazioni.

(30/03/2021) a cura di Simona Faccioli e Costanza Kenda