Interventi

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INTERVENTI - Certificazione ambientale e Registrazione Emas al tempo del COVID-19. Pianificazione e gestione del cambiamento

La maggiore resilienza delle organizzazioni in possesso di una certificazione ambientale è l’effettivo valore aggiunto dato dagli schemi UNI EN ISO 14001:2015 e Regolamento Emas.
Questa capacità di adattamento organizzato ai cambiamenti, che stanno avvenendo durante l’emergenza sanitaria COVID-19, ha consentito a tali organizzazioni di mantenere la realizzazione regolare dei processi operativi operando in una condizione di crisi e di esposizione a una minaccia attiva.
Anche l’International Accreditation Forum (IAF) e ACCREDIA, Ente italiano di accreditamento, hanno supportato tali organizzazioni con una serie di circolari tecniche e informative contenenti specifiche disposizioni per lo svolgimento delle attività di verifica di mantenimento delle certificazioni in essere.

(01/03/2021) di Andrea Sillani

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INTERVENTI - Sanzioni amministrative in materia di tracciabilità dei rifiuti: arrivano i meccanismi di mitigazione

Il Dlgs 116/2020 riduce le sanzioni amministrative in materia di rifiuti, anche grazie all’introduzione di alcuni meccanismi di mitigazione. Tra questi spiccano il concorso formale di illeciti e la continuazione. In presenza di una pluralità di violazioni amministrative, entrambi gli istituti determinano l’applicazione del più favorevole regime sanzionatorio del cumulo giuridico delle sanzioni.
Da tempo era atteso un intervento diretto a temperare le sanzioni amministrative in materia di rifiuti, soprattutto nei casi di controlli aventi ad oggetto numerosi documenti. Tuttavia, in aggiunta al concorso e alla continuazione di illeciti, il Dlgs 116/2020 ha introdotto una serie di ulteriori agevolazioni relative alle sanzioni in materia di tracciabilità. La somma di tutti questi benefici stride con i principi di effettività e dissuasività delle sanzioni imposti dalla direttiva europea sui rifiuti.

(01/03/2021) di Stefania Pallotta

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INTERVENTI - Terre e rocce da scavo e manutenzione reti sotterranee: quando fare la caratterizzazione?

Nel caso di manutenzioni di infrastrutture/reti sotterranee che riguardano più aree all’interno di uno o più comuni, l’aspetto della puntuale caratterizzazione delle terre e rocce escavate, al fine di qualificarle o meno “sottoprodotti”, non è presa in considerazione in modo esplicito dal Dpr 120/2017.
Tuttavia, da un’attenta lettura del Dpr 120/2017 e del Dlgs 152/2006, è possibile affermare che, in base al combinato disposto dell’articolo 5 e dell’allegato 9, parte A, Dpr 120/2017 e dell’articolo 230, comma 1, Dlgs 152/2006, si possa allestire una area di deposito presso un sito idoneo o presso la sede locale dell’impresa che esegue gli scavi (oppure nel caso in cui gli scavi vengano eseguiti direttamente dal gestore dell’infrastruttura presso la sede di quest’ultimo) dove poi effettuare la caratterizzazione per poter qualificare il materiale quale “sottoprodotto”.
Un aspetto che rimane problematico è il trasporto dal luogo di produzione delle terre e rocce da scavo al luogo del deposito.

(01/03/2021) di Loredana Musmeci

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INTERVENTI - Le due “clausole elastiche” nel delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti

Il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti previsto dall’articolo 452-quaterdecies Codice penale è caratterizzato dalla presenza di “clausole elastiche”, quali l’individuazione della soglia di reiterazione delle condotte superata la quale si configura il reato ed il concetto di ingente quantità di rifiuti abusivamente gestiti, che attribuiscono al giudice un ruolo fondamentale nella configurabilità del reato, con la progressiva formazione, su questi due aspetti caratterizzanti l’illecito, di un “diritto vivente” non privo di incertezze applicative.

(01/03/2021) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - I reati in materia di veicoli fuori uso

La disciplina sanzionatoria in materia di veicoli fuori uso e dei loro componenti si desume dalla combinazione delle previsioni generali del Dlgs 152/2006 e di quelle speciali di cui al Dlgs. 24 giugno 2003, n. 209, a partire dai profili definitori e procedimentali, sui quali la giurisprudenza penale si è diffusamente impegnata. Quanto al profilo sanzionatorio, nella materia convivono i reati previsti in via generale dal Testo Unico (violazione degli obblighi di autorizzazione e del divieto di miscelazione) e quello di cui all’articolo 13, comma 1, del Dlgs. n. 209 in tema di violazione delle condizioni per il trattamento dei veicoli fuori uso, disciplina interessata dal recente intervento del Dlgs. n. 119/2020 con l’introduzione del termine di dieci giorni lavorativi dall’ingresso del veicolo nel centro di raccolta per lo svolgimento delle operazioni per la messa in sicurezza, in sostituzione del precedente generico riferimento all’adempimento di tale attività “al più presto”.

(01/02/2021) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - I reati in materia di discariche dopo il recepimento delle direttive sull’Economia circolare

Il recepimento delle direttive sull’Economia circolare non ha toccato i due reati posti storicamente a presidio della legalità in materia di discariche: quello di realizzazione e gestione di discarica in assenza di autorizzazione (articolo 256, comma 3, Codice ambientale) e quello di violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione (comma 4), replicati, per quanto riguarda l’autorizzazione integrata ambientale, dall’articolo 29-quattuordecies, rispettivamente ai commi 1 e 3). La disciplina del Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36, profondamente rivisitata dal Dlgs 121/2020, oltre a prevedere all’articolo 16 specifici illeciti, influisce sulla operatività di tali due reati sia per quanto attiene alla definizione di discarica (tema esaminato diffusamente dalla giurisprudenza, ma non oggetto del presente intervento) e, quindi, alla configurazione stessa del reato, sia per quanto concerne la natura dei reati.

(31/12/2020) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Classificazione rifiuti: il disorientamento di imprese e laboratori. Le cose ancora da capire

ABSTRACT

L’estrema complessità della disciplina sulla classificazione, la variabilità delle tipologie e delle situazioni in cui deve essere applicata, i diversi “punti di vista” (produttore, consulente/laboratorio, gestore, Organo di controllo) generano, tutti insieme, delle condizioni caotiche, nelle quali qualsiasi operatore incontra molte difficoltà. Nel quadro generale l’intervento della Linea Guida SNPA ha fornito delle indicazioni tecniche utili ma incomplete. Prevale ancora un approccio “ipercautelativo” che è, invece, giustificato solo in pochi, rari casi. Purtroppo non è ancora adeguatamente riconosciuta l’importanza della Sentenza della Corte UE del 28 marzo 2019, vero e proprio “faro” che ha fornito un contributo di chiarezza risolutivo e che richiede un approccio diverso al problema.

(31/10/2020) di Claudio Rispoli

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INTERVENTI - Abrogazione “ope legis” dei rifiuti speciali assimilati agli urbani. Prime riflessioni sulle conseguenze

Tra le novità recate dal Dlgs 116/2020 assume rilievo il nuovo sistema di assimilazione che toglie la potestà comunale di dichiarare con (inattuati) criteri quali-quantitativi i rifiuti assimilati con la conseguenza di equiparare taluni rifiuti speciali agli urbani sia dal punto di vista del servizio, che fiscale, come pure dell’assoggettabilità alla tariffa rifiuti (in particolare per la quota fissa). Ora l’assimilazione discende da due allegati (il che va considerato agli effetti gestionali e tariffari). Surrettiziamente cambia anche la governance del sistema pubblico tra Egato (Ente di governo dell’Ambito territoriale ottimale), comuni (in qualità di ETC) e riflessi che i nuovi flussi di rifiuti urbani comportano nei piani e nei servizi pubblici. Il presente contributo offre una necessariamente prima sintesi di questo nuovo scenario (applicabile dal 2021) che impone, a tutti gli operatori pubblici e privati, di svolgere necessarie considerazioni strategiche e di organizzarsi da subito.

(31/10/2020) di Alberto Pierobon

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INTERVENTI - La nuova veste delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 258, Dlgs 152/2006

Le novità introdotte al Codice ambientale sono tese ad aumentare la circolarità dei materiali prevenendo la produzione dei rifiuti e incentivando ogni forma possibile di recupero e riciclo; fra le novità vi è la modifica al titolo VI “Sistema sanzionatorio e disposizioni finali”. L’intento del Legislatore, in relazione al riformulato articolo 258, parrebbe essere stato quello di alleggerire gli aspetti burocratici, intervenendo a gamba tesa a punire esclusivamente le fattispecie di violazioni, nell’ambito delle quali, l’ingiunzione di una sanzione pecuniaria induca a desistere dal tenere comportamenti contrari ai disposti di legge, fungendo appunto da deterrente oltre che, naturalmente, rappresentare giusta e commisurata punizione per il fatto illecito commesso ed accertato. Allo stesso modo si andrà nella direzione di riduzione di sanzione ogni volta che le informazioni omesse o non comunicate possano essere recuperate attraverso l’accesso ad altra documentazione la cui detenzione è ugualmente obbligatoria e come tale prevista per legge.

(31/10/2020) di Italia Pepe

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INTERVENTI - Le norme penali nei nuovi decreti sulla Economia circolare

L’approccio penalistico alle modifiche introdotte dai recenti decreti legislativi 116, 118, 119 e 121, di recepimento delle direttive sulla c.d. economia circolare, deve essere condotto in una duplice prospettiva, da un lato, esaminando le sole due norme sanzionatorie modificate (articolo 258 Codice ambientale ed articolo 16, Dlgs 36/2003 in materia di discariche) e, dall’altro, tenendo presenti le conseguenze delle modifiche della disciplina gestionale ed amministrativa della materia dei rifiuti sui precetti penalmente sanzionati e, quindi, sull’ambito di applicabilità delle norme punitive. L’articolo esamina il primo profilo, analizzando le condizioni di applicabilità delle nuove previsioni sanzionatorie.

(31/10/2020) di Pasquale Fimiani