Interventi

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INTERVENTI - L’affidamento del servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani

La disciplina dell’affidamento del servizio pubblico di gestione dei rifiuti originariamente prevista dal “Codice ambientale” ha subito nel tempo una profonda modificazione, anche per la sovrapposizione, non sempre organica, tra norme generali sui servizi pubblici e disposizioni speciali nella materia dei rifiuti. Il tentativo di riordino da parte della legge Madia è stato frustrato dalla sentenza n. 251 del 2016 della Corte Costituzionale, che ha portato al ritiro dello schema di decreto legislativo recante il Testo unico servizi locali approvato dal Consiglio dei ministri del 24 novembre 2016. Nel contempo, la sopravvenienza del nuovo Codice degli appalti del 2016 ha consentito alla giurisprudenza di integrare sotto diversi profili le soluzioni, prese nella vigenza del Dlgs 163/2006, in tema di contenuto del bando di gara relativo alle attività di gestione del servizio rifiuti e di applicabilità degli specifici requisiti che in tali casi sono richiesti per partecipare alla gara, quali l’assenza di condanne per reati ambientali ostative all’aggiudicazione od alla stipula del contratto e la riferibilità di tale condizione anche al responsabile tecnico” di cui al Dm 120/2014, l’iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali di cui all’articolo 212 Codice ambientale e il possesso di certificazione di qualità eventualmente richiesta dalla stazione appaltante.

(27/09/2017) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Responsabilità amministrativa degli Enti: il Dlgs 231/2001. Un percorso ricognitivo

Con l’introduzione degli eco delitti fra i reati presupposto ad opera della legge 68/2015, il Dlgs 231/2001 ha sostanzialmente completato l’operazione di inserimento del diritto penale ambientale nell’ambito del sistema punitivo amministrativo verso le imprese, un lungo percorso (francamente non privo di gravi lacune e contraddizioni) iniziato nel 2011, quando vennero inserite nell’ambito dei reati presupposto numerose ipotesi di contravvenzioni di carattere ambientale 1, e terminato appunto con la previsione di nuovi reati presupposto, ipotesi delittuose che il legislatore ha inteso inserire direttamente nel codice penale anziché nel Codice ambientale.
Appare pertanto utile compiere una ricognizione di carattere generale dell’ambito e delle modalità di applicazione del sistema sanzionatorio previsto dal Dlgs 231/2001, in modo da fornire un punto di riferimento necessario per valutare la posizione di ciascuna azienda e ciascun modello organizzativo, rispetto al così detto “sistema 231”.

(31/08/2017) di Gabriele Taddia

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INTERVENTI - La comunicazione della Commissione Ue in tema di recupero di energia da rifiuti

Ci si aspettava che la Comunicazione Ue fosse un documento di “policy” finalizzato a chiarire, con solide argomentazioni, il ruolo che il recupero di energia da rifiuti, non solo l’incenerimento, potrebbe svolgere in un’economia circolare. Purtroppo, al di là di dichiarazioni di buone intenzioni, non è foriera di interessanti novità, risultando sovente poco chiara e fuorviante. L’unico merito è forse quello di avere concentrato in un unico documento concetti e indirizzi già noti, ma dispersi in una pluralità di testi. Contraddicendo i risultati di uno studio del JRC, propedeutico alla sua pubblicazione, arriva persino a disconoscere il ruolo dell’incenerimento, riservando invece eccessiva enfasi a tecniche di limitata applicabilità, come la digestione anaerobica.

(31/08/2017) di Pasquale De Stefanis

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INTERVENTI - Sistema 231: dalla mancanza della delega di funzioni si può dedurre il difetto di organizzazione

Il sistema delineato dal Dlgs 231/2001, è fondamentalmente volto a richiedere all’ente l’elaborazione di un modello organizzativo che doti la società di un efficace ed efficiente sistema di gestione al fine di prevenire la commissione dei reati presupposto. L’estrinsecazione delle modalità organizzative è, ovviamente, lasciata dalla legge a ciascuna azienda. Tuttavia, la giurisprudenza continua a fornire indicazioni su quali sono gli elementi fondamentali, necessari ed indispensabili per assicurare all’ente di operare con la ragionevole aspettativa di aver posto in essere tutti gli accorgimenti di prevenzione indispensabili. Fra questi c’è sicuramente e sempre con maggior peso l’assetto di governance societaria, tanto che con la sentenza in esame la Cassazione si è spinta ad affermare che l’assenza di una delega di funzioni in materia ambientale, costituisce elemento che può portare ad accertare il difetto di organizzazione dell’ente, e quindi la sua imputabilità nell’ambito di un procedimento ex Dlgs 231/2001.

(30/05/2017) di Gabriele Taddia

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INTERVENTI - Relazione riferimento e caratterizzazione dei siti contaminati esame comparato e casi applicativi

Il documento esamina nel dettaglio quanto disposto in materia di “relazione di riferimento” per le installazioni produttive soggette ad Aia e di come questo adempimento vada a relazionarsi con gli obblighi previsti in materia di bonifica dei siti contaminati e con le modalità di loro caratterizzazione. Oltre che per l’iter procedimentale, l’argomento risulta rilevante per la necessaria valutazione delle passività ambientali che insistono sull’area in esame, elemento indispensabile anche nelle operazioni di compravendita per la corretta valutazione del valore dell’area.

(30/05/2017) di Andrea Sconocchia

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INTERVENTI - Limiti applicativi del sistema estintivo delle contravvenzioni ambientali tramite prescrizioni (Titolo VI-bis’’’ Dlgs 152/2006)

Una delle novità della legge 22 maggio 2015, n. 68 è costituita dall’introduzione nel Dlgs 152/2006, dopo la parte sesta, della parte sesta-bis che, ai nuovi articoli 318-bis’’/318-octies, disciplina la procedura di estinzione delle contravvenzioni in materia ambientale previste dal Dlgs 152/2006 delineando un meccanismo che riproduce quello già previsto dal Dlgs 758/1994 in materia di sicurezza sul lavoro. Se sul versante operativo e procedurale ci si può giovare dell’apporto della giurisprudenza e della dottrina formatasi sul Dlgs 758/1994, stante la sostanziale identità delle due procedure ben più problematica, rispetto alla materia della sicurezza sul lavoro, è l’individuazione dell’ambito di applicabilità delle nuove previsioni, stante la scelta del Legislatore di non specificare le contravvenzioni per le quali può ricorrersi alla speciale procedura, ma di subordinarne la operatività alla verifica, caso per caso, della sussistenza di determinate condizioni di concreta inoffensività.

(30/05/2017) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Le prime pronunce della Cassazione sul delitto di inquinamento ambientale

Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 la Cassazione ha esaminato per la prima volta il nuovo delitto di inquinamento ambientale introdotto dalla legge 68/2015, fornendo importanti chiarimenti interpretativi su una fattispecie di reato per alcuni versi dai contorni vaghi e generici, considerato il ricorso a clausole aperte quali “compromissione” o “deterioramento” delle risorse ambientali quale effetto della condotta, la necessità che la stessa sia commessa “abusivamente” e che tali effetti siano “significati e misurabili”. Si tratta, però, di decisioni che sono state emesse in sede cautelare reale e che, quindi, andranno “saggiate” nel contesto dibattimentale, in cui non si discuterà più soltanto di “fumus” del reato, ma dovrà decidersi della sua configurabilità sulla base delle emergenze probatorie e del confronto tra le parti processuali.

(02/05/2017) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Il Gpp e i prodotti riciclati, punto per punto

Quando il Gpp (così come imposto dal Codice Appalti e riconfermato dalla sua attualissima riforma), disciplinato, settore per settore, dai Cam emanati dal MinAmbiente, verrà diffusamente attuato dalle Pubbliche amministrazioni si verificherà un ingresso massiccio sul mercato di materiali e prodotti che derivano dal riciclo dei rifiuti, diversi per tipologia, flussi di rifiuti dai quali derivano e applicazioni.
Si aprono considerevoli opportunità per i “nuovi” prodotti, ambientalmente sostenibili, “circolari” e tracciabili. L’Intervento offre una panoramica su tutte le numerose previsioni sul contenuto di riciclato previste nei diversi Cam, chiarendone contenuti, ambiti di applicazione e mezzi di prova ammissibili.

(02/05/2017) di Simona Faccioli