Interventi

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INTERVENTI - Tariffa puntuale: alcune precisazioni

In relazione a un pregresso intervento, il Direttore generale per i rifiuti e l’inquinamento del Ministero dell’ambiente si esprime in ordine ad alcuni aspetti relativi al Dm 20 aprile 2017 che individua sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti al servizio pubblico.
Il Ministero sottolinea anche il fatto che non sussiste obbligo per il Comune di passare alla tariffa corrispettiva. Tuttavia, per il Comune che decida in tal senso, esiste l’obbligo di utilizzare solo uno dei sistemi previsti dall’indicato decreto del 2017.

(21/12/2017) di Mariano Grillo

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INTERVENTI - La disciplina del whistleblowing e le responsabilità ambientali

La recente introduzione di una disciplina generalizza a tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato, incentrata sulla modifica dell’articolo 54-bis del Dlgs 165/2001, che già recava prime disposizioni in tal senso per i dipendenti pubblici, sull’introduzione di specifiche previsioni a tutela del dipendente o collaboratore che segnala illeciti nel settore privato, realizzate attraverso l’ampliamento del contenuto obbligatorio del modello “231” e sulla integrazione della disciplina dell’obbligo di segreto d’ufficio, aziendale, professionale, scientifico e industriale, apre lo spazio per prime riflessioni sulle ricadute nella responsabilità per reati ambientali.

(21/12/2017) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Responsabile tecnico, Direttore tecnico e Referente Ippc, chi sono e il coinvolgimento con la responsabilità del Legale rappresentante dell’impresa

All’interno delle realtà aziendali che gestiscono rifiuti si ha, spesso, una pluralità di figure e di ruoli con competenze diverse e altrettanto diverse responsabilità. Dinanzi ad alcuni reati commessi dal soggetto titolare dell’autorizzazione (es. violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione) che, quindi, riveste una particolare qualità, in generale, si è in presenza dei reati cd. “propri”.
In generale, anche l’inadempimento da parte di un collaboratore risulta imputabile al titolare. Tuttavia, non sempre è così chiaro a chi debbano essere ascritti questi reati. A tal fine, fatte salve le regole sul concorso di persone nel reato, occorre partire dalla ricognizione dei tratti essenziali dello strumento tipico di attribuzione a terzi delle funzioni di gestione e controllo ambientale proprie del titolare dell’autorizzazione, rappresentato dalla delega di funzioni. Si prosegue poi con l’indicazione della responsabilità delle diverse figure che verosimilmente sono presenti nella vita dell’impianto: il Responsabile tecnico, il Direttore tecnico e il Referente Ippc.

(21/12/2017) di Paola Ficco

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INTERVENTI - Controllo ambientale: se l’attività è amministrativa, i diritti della difesa sono assicurati solo se emergono indizi di reato

Con sentenza n. 35792 del 20 luglio 2017, la III Sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato un fondamentale principio in tema di prelievo di campioni finalizzato alle successive analisi chimiche e preordinato alla tutela delle acque dall’inquinamento. Sul punto, infatti, occorre distinguere tra prelievo inerente ad attività amministrativa, disciplinato dall’articolo 223 Disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale, e prelievo inerente ad attività di polizia giudiziaria nell’ambito di un’indagine preliminare, per il quale è applicabile l’articolo 220 del medesimo Testo. Il tutto perché, per questa seconda ipotesi, operano in via genetica le norme di garanzia della difesa previste dal codice di rito, mentre, per la prima, i diritti della difesa devono essere assicurati solo laddove emergano indizi di reato, nel qual caso l’attività amministrativa non può più definirsi “extra-processum”.

(31/10/2017) di Gabriele Taddia

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INTERVENTI - Emas e Iso 14001:2015: l’allineamento tra le nuove norme per una gestione ambientale tutta da ripensare

Il 18 Settembre 2017 è entrato in vigore il Regolamento Ue n. 1505/2017 (il cosiddetto “nuovo” Emas), che modifica gli allegati I, II e III del Regolamento Ce n. 1221/2009 del parlamento europeo e del Consiglio sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas), emanato dalla Commissione Europea per garantire il pieno allineamento con le disposizioni della nuova versione della norma internazionale Iso 14001:2015 Sistemi di gestione ambientale. Requisiti e guida per l’uso pubblicata recentemente.

(31/10/2017) di Andrea Sillani

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INTERVENTI - Import-export: Cer e Basilea, codici a confronto

La Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 (Convenzione) regola e disciplina il controllo dei movimenti oltre frontiera dei “rifiuti pericolosi” e la loro “eliminazione” tra paesi aderenti (vd. “Campo d’applicazione il 1° giugno 2017” in allegato alla versione coordinata e consolidata della Convenzione vigente).
Va subito precisato che: 1) per “eliminazione” non si intende il solo smaltimento, quanto piuttosto, tutte le “procedure che figurano nell’allegato IV” (articolo 2 punto 4), che includono tutte le operazioni di smaltimento (da D1 a D15) e tutte le operazioni di recupero (da R1 a R13), descritte attraverso una terminologia che però non coincide perfettamente con quella utilizzata negli Allegati I e II della direttiva 2008/98/CE; 2) per “rifiuti pericolosi” si intendono, ai sensi dell’articolo 1 comma 1, “… a) i rifiuti appartenenti a una delle categorie che figurano nell’allegato I, tranne quelli che non hanno nessuna caratteristica fra quelle indicate nell’allegato III; e b) i rifiuti ai quali non si applicano le disposizioni del capoverso a), ma che sono definiti o considerati pericolosi dalla legislazione interna della Parte che è Stato d’esportazione, d’importazione o di transito …”.
Nella Convenzione sono inoltre citati e regolati gli “altri rifiuti”, da intendere come tali (vd. articolo 1 comma 2) i rifiuti appartenenti a una delle categorie che figurano nell’allegato II (vale a dire la categoria Y46 – Rifiuti urbani e la categoria Y47 – Residui provenienti dell’incenerimento dei rifiuti urbani) e che sono oggetto di movimenti oltre frontiera.

(31/10/2017) di Daniele Salvatori

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INTERVENTI - La nuova valutazione di impatto ambientale (Via) ed i riflessi sanzionatori

La disciplina della valutazione di impatto ambientale è stata significativamente modificata dal Dlgs 16 giugno 2017, n. 104 di recepimento della direttiva 2014/52/Ue che ha sostituito e modificato diverse disposizioni della Parte II del Dlgs 152/2006, incluso il nuovo sistema sanzionatorio previsto dal rinnovato articolo 29 del Dlgs 152/2006 ed incentrato su procedimenti amministrativi di regolarizzazione (nel caso di mancanza del provvedimento di verifica di assoggettabilità a Via o nel provvedimento di Via) o inibitori (nel caso di violazione delle sue condizioni), nonché su sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dall’autorità competente. In tale contesto si pone la questione del raccordo con le sanzioni (anche penali) previste in tema di violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale dall’articolo 29-quattuordecies nelle ipotesi di provvedimento unico inclusivo della Via e dell’Aia di cui agli ai nuovi articoli 27 (procedimenti di Via di competenza statale) e 27-bis (procedimenti di Via di competenza regionale).

(31/10/2017) di Pasquale Fimiani

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INTERVENTI - Classificazione rifiuti: ancora in bilico

Mai come quest’anno, il dibattito sulla classificazione dei rifiuti, e in particolare sui codici “speculari”, è stato altrettanto intenso e segnato da contrasti.
Il presente intervento si focalizza sull’attuale quadro normativo, tutt’altro che definitivo e quindi su “come fare” in questa fase. Inoltre formula brevi osservazioni sull’accesa polemica intercorsa sul punto e della quale, in punto di merito, non c’era decisamente bisogno.
Come noto, la rimessione degli atti da parte della Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia Ue 1 mediante l’Ordinanza n. 37460 del 27 luglio 2017, ha “congelato” la situazione, ma è chiaro che, in attesa dell’autorevole risposta, occorre comunque classificare i rifiuti e non sono pochi gli elementi di incertezza.
Quindi, il già complesso (e ipertrofico) quadro tecnico-normativo sulla classificazione dei rifiuti si arricchisce di ulteriori elementi di attenzione. E precisamente:
• i quesiti posti alla Corte di Giustizia Ue
• gli atti ad essi sottostanti, in particolare la nota tecnica Ispra sull’articolo 9 del Dl 91/2017 in materia di classificazione dei rifiuti, presentata all’Ufficio di Presidenza dei Gruppi parlamentari della Commissione Bilancio del Senato del 4 luglio 2017 2
• la legge 123/2017.

(28/09/2017) di Claudio Rispoli