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COMMENTI - Luci e ombre nei criteri di utilizzabilità in agricoltura dei fanghi fissati dalla Cassazione

La Cassazione, dopo aver precisato le condizioni previste dal Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99 per l’utilizzazione dei fanghi in agricoltura, escludendone la sussistenza quando i fanghi provengano dal trattamento di scarichi da insediamenti industriali ed artigianali insistenti nelle fognature urbane asservite agli impianti di depurazione, ha affermato che quando nei fanghi siano presenti idrocarburi, parametro non previsto dall’allegato IA del citato Decreto n. 99, l’utilizzo agronomico deve ritenersi vietato quando risulti il superamento dei parametri previsti dalla Tabella 1, colonna A dell’allegato 5, al titolo V, parte IV Dlgs 152/2006 in tema di bonifiche, senza che rilevi la mancata assegnazione della caratteristica di pericolo HP7 “cancerogeno”, trattandosi di accertamento superfluo, in quanto tale caratteristica non è l’unica a definire la pericolosità del rifiuto.

(31/08/2017) di Pasquale Fimiani

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COMMENTI - La tariffa rifiuti si conferma una delle tante questioni irrisolte

Il recente decreto sulla teriffa puntuale non risolve le ambiguità normative che da sempre caratterizzano questo istituto ed introduce anzi una serie di criticità applicative, fallendo così nell’obiettivo di dettare una regolamentazione chiara e definitiva del prelievo sui rifiuti. Il Commento prende in esame tutti gli aspetti: natura dell’imposizione, presupposti soggettivi e oggettivi, ambito e modalità di applicazione (frazioni di rifiuti, utenze, coefficienti di produttività, riscossione, costi) cercando di fare chiarezza, per quanto possibile, dato il quadro di riferimento che necessita ancora di sforzi interpretativi non indifferenti.

(31/08/2017) di Luigi Lovecchio

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COMMENTI - Ecotossicità: le nuove regole dettate dall’Europa con il regolamento Ue 2017/997

Dal 1º giugno 2015 la direttiva 67/548/Cee non è più applicabile e il Regolamento (Ue) 1357/2014 che è stato emanato perché dal 1º giugno 2015 la direttiva 67/548/Cee veniva abrogata e sostituita dal Regolamento (Ce) 1272/2008; pertanto, era necessario adeguare l’allegato III della direttiva 2008/98/Ce, che riportava un generale riferimento alla direttiva 67/548/Cee ed in particolar modo per la caratteristica di pericolo “Ecotossico” un riferimento esplicito all’allegato VI della medesima direttiva 67/548/Cee.
Pertanto è assolutamente evidente che, anche se nella nota del Regolamento (Ue) 1357/2014 si fa riferimento ancora alla direttiva 67/548/Cee, in attesa di completare gli studi avviati per la caratteristica di pericolo “Ecotossico”, quel riferimento a decorrere dal 1º giugno 2017 (data ultima di vigenza di tale direttiva 67/548/Cee), va inteso come riferito al Regolamento Clp, il quale ha sostituito in modo definitivo la vecchia disciplina comunitaria in materia di classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e preparati pericolosi.

(31/08/2017) di Loredana Musmeci

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COMMENTI - La Circolare MinAmbiente aiuta a costituire la prova che si è in presenza di un sottoprodotto e non di un rifiuto

La Circolare 30 maggio 2017 del Ministero dell’ambiente è “esplicativa per l’applicazione del Dm 13 ottobre 2016, n. 264”, il regolamento che reca criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza del sottoprodotto al posto del rifiuto.
Il testo vuole aiutare le imprese nella dimostrazione che i loro residui non sono rifiuti bensì sottoprodotti.
La Circolare consta di 19 pagine: troppe. Tuttavia, la sua disamina convince abbastanza della necessità di approfondita analisi, rendendola un testo completo che funge da “guida”, alle imprese sulla venuta ad esistenza del sottoprodotto, anche e soprattutto ai fini dell’omogeneità dei controlli.

(29/06/2017) di Paola Ficco

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COMMENTI - Miscelazione dei rifiuti: gli effetti della incostituzionalità dell’articolo 49 della legge sulla “green economy”

La sentenza 75/2017 della Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 49, legge 28 dicembre 2015, 221 con cui era stato introdotto nell’articolo 187, Dlgs 152/2006 il comma 3-bis, in base al quale le miscelazioni non vietate in base a tale norma “non sono sottoposte ad autorizzazione e, anche se effettuate da enti o imprese autorizzati ai sensi degli articoli 208, 209 e 211, non possono essere sottoposte a prescrizioni o limitazioni diverse od ulteriori rispetto a quelle previste per legge”.
L’affermazione dell’obbligo di autorizzazione per tutte le attività di miscelazione, e non soltanto quando riguardi le ipotesi vietate dal primo comma (miscelazione di rifiuti non pericolosi con rifiuti pericolosi e di rifiuti pericolosi aventi diverse caratteristiche di pericolo) pone la necessità di verificare le ricadute della sentenza per chi, in precedenza, legittimamente svolgeva attività di miscelazione senza autorizzazione e per chi svolgeva e svolge, con autorizzazione o tramite procedura agevolata per il recupero, attività di gestione che implicano anche lo svolgimento di operazioni di miscelazione.

(29/06/2017) di Pasquale Fimiani

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COMMENTI - Trasporto rifiuti in ADR e classificazione chemicals

La direttiva Ue 2016/2309 relativa al trasporto interno di merci pericolose prevede il recepimento da parte degli Stati membri entro il 30 giugno 2017. L’Italia ha recepito la suddetta direttiva con il Dm 12 maggio 2017. Nell’intervento si intende illustrare le classi di pericolo e le conseguenti etichette di pericolo da apporre obbligatoriamente sui contenitori di merci pericolose o sui veicoli che le trasportano.

(29/06/2017) di Roberto Montali

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COMMENTI - Statuto-tipo imballaggi. Il lungo iter formativo si chiude con un decreto correttivo

Con decreto 3 maggio 2017 viene emanato un provvedimento correttivo che interviene a sanare alcuni profili di legittimità del precedente Dm 24 giugno 2016 sotto il profilo della corrispondenza della norma attuativa con quella di rango primario.
Il provvedimento chiude un lungo e travagliato iter amministrativo che dà alla luce lo schema di statuto tipo per i consorzi degli imballaggi.
L’Autore analizza le misure correttive introdotte.

(29/06/2017) di Claudio Busca

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COMMENTI - Le sanzioni in materia di Aia

L’apparato sanzionatorio nell’ambito delle violazioni alle prescrizioni impartite nell’autorizzazione integrata ambientale, si differenzia a seconda della tipologia delle violazioni stesse, mantenendo la natura penale solamente per un ristretto novero di illeciti tipizzati dalla normativa, riservando per le residue violazioni, sanzioni di carattere amministrativo, fatta sempre salva la possibilità che il comportamento del contravventore integri altra ipotesi di reato. La Corte Cassazione fa il punto sulla distinzione fra i diversi tipi di illecito, chiarendo in modo inequivoco i meccanismi di applicazione delle disposizioni sanzionatorie a seconda della prescrizione violata.

(02/05/2017) di Gabriele Taddia