Il Conoe e la filiera degli oli e grassi vegetali ed animali esausti: traguardi, buone pratiche e sfide future
Ad oltre 25 anni dalla costituzione del Conoe, la filiera della raccolta, del recupero e della successiva valorizzazione degli oli e grassi vegetali ed animali esausti si è consolidata come modello virtuoso di economia circolare.
Il sistema consortile, che coinvolge al suo interno l’intera filiera (dall’immissione sul mercato del prodotto, alla produzione del rifiuto e, infine, alla raccolta e alla successiva attività di rigenerazione) garantisce oggi una copertura pressoché totale della raccolta del rifiuto di origine professionale (principalmente Horeca ma anche attività industriali e artigianali di produzione di prodotti alimentari).
I risultati confermano il valore di questo modello, sia sotto il profilo ambientale che economico: oltre 110.000 tonnellate raccolte nel 2024, oltre 35 milioni di kg di CO2 di emissioni evitate e circa 150 milioni di euro l’anno di valore economico prodotto dalla filiera.
Tuttavia, questi risultati non devono distogliere l’attenzione dalle criticità ancora aperte che impediscono alla filiera la possibilità di massimizzare il proprio potenziale. Due sono gli aspetti che ci preme evidenziare: uno riguarda il fronte della raccolta del rifiuto di origine domestica e, l’altro, la capacità di valorizzare la risorsa rigenerata nel suo principale mercato di sbocco, quello dei biocarburanti.
Con riferimento alla raccolta, infatti, il punto debole rimane quello della raccolta del rifiuto proveniente dalle cucine delle famiglie. Da stime del Conoe, ancora circa 200.000 tonnellate di olio da cucina esausto non vengono intercettate. In sostanza, quasi due terzi del rifiuto disponibile non risulta ancora correttamente raccolto, ma viene sversato inquinando e danneggiando le infrastrutture fognarie.
Su questo fronte il consorzio è impegnato in un’azione di supporto ai Comuni, promuovendo un modello di raccolta “diffusa” di questo rifiuto (ancora in troppi casi limitata alla sola presenza di campane presso le isole ecologiche) ed implementando campagne informative e di sensibilizzazione rivolte alle famiglie.
Auspichiamo, da questo punto di vista, che possa arrivare rapidamente a compimento l’ipotesi di Accordo con Anci, consentendo così una interlocuzione più agevole con le migliaia di Comuni presenti in Italia; accompagnato da una riforma della attuale normativa che riconosca il ruolo del Conoe anche sul rifiuto domestico e definisca un diverso ambito di applicazione del contributo ambientale, oggi limitato ai flussi di prodotto destinati agli usi professionali.
Sul fronte della raccolta domestica nel corso dell’anno il Conoe si è fortemente speso su alcuni “progetti speciali”, che nascono in ambiti ritenuti particolarmente strategici sul fronte dell’attività di sensibilizzazione, che possono contribuire concretamente ad intercettare nuovi flussi di rifiuto.
Il primo ha riguardato le scuole, in continuità con attività già avviate negli anni scorsi: un ambito in cui il coinvolgimento dei più piccoli diventa una leva strategica per sensibilizzare le famiglie sulla corretta raccolta.
Il secondo ambito è stato avviato nell’anno in corso, ed ha portato il Conoe all’interno dei porti, con l’obiettivo di organizzare la raccolta degli oli e grassi alimentari provenienti dalle imbarcazioni da diporto, purtroppo spesso sversati in mare con danni importanti per l’ambiente.
Se questi sono i principali impegni in corso sul fronte della raccolta, per chiudere il cerchio in un modello di economia circolare è poi necessario che – a valle – il rifiuto possa essere valorizzato.
L’olio rigenerato, infatti, in gran parte (90% circa) diventa una risorsa per la produzione di biocarburanti. Un mercato che, a differenza di altre filiere, ha garantito una giusta valorizzazione del rifiuto rigenerato, ma che oggi presenta distorsioni che stanno mettendo in difficoltà il settore.
L’evolversi del quadro normativo europeo (con la Red II e la Red III) e nazionale (dal recepimento della direttiva al decreto sui biocarburanti) ha determinato alcuni effetti distorsivi caratterizzati dall’ingresso sul territorio nazionale di imponenti quantitativi di materiali di importazione (per lo più “finto” scarto di olio di palma, cd. “Pome”, ma anche finto olio vegetale alimentare rigenerato, cd. “Uco”) destinati alla produzione di biocarburanti e all’esportazione dell’olio rigenerato nazionale verso Paesi esteri.
Tali materiali entrano sul mercato nazionale beneficiando di un vantaggio competitivo legato agli incentivi fiscali, a discapito del rifiuto raccolto e rigenerato sul mercato nazionale, che non trova più spazio a condizioni competitive per il suo impiego in Italia e, paradossalmente, trova sbocco sui mercati esteri che riescono a valorizzarlo a condizioni più vantaggiose nella produzione di biocarburanti.
Si tratta di un tema su cui stiamo dialogando con Ministeri e Parlamento, chiedendo che venga monitorato innanzitutto l’import di Pome, evitando l’importazione di Pome raffinato, storicamente risultato soggetto a fenomeni di contraffazione, e consentendo l’ingresso al solo Pome grezzo.
Parallelamente si sta sollecitando l’introduzione di adeguati meccanismi di premialità per valorizzare l’Uco nazionale come risorsa per la produzione di biocarburanti “avanzati”, in coerenza con quanto previsto dal Pniec e valorizzando così la filiera corta di approvvigionamento.
L’auspicio è che si possa intervenire rapidamente e rimuovere queste storture a tutela di una importante filiera nazionale, strategica sia in chiave di circolarità che di sostenibilità energetica.
IL CONSORZIO
Conoe è il Consorzio ex lege disciplinato dall’articolo 233 del Dlgs 152/2006), ed ha la funzione di organizzare, controllare e monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti allo scopo di ridurre la dispersione del rifiuto trasformandolo in una risorsa rinnovabile.
Il Conoe assicura e promuove su tutto il territorio italiano la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento ed il riutilizzo di oli e grassi vegetali ed animali esausti, nonché le iniziative atte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla corretta gestione di questo rifiuto.
Negli anni l’adesione al Conoe è cresciuta costantemente e, ad oggi, partecipano 13 associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 300.000 produttori di olio esausto, 1 associazione in rappresentanza di oltre 500 aziende di raccolta e stoccaggio, 2 associazioni e oltre 60 aziende di rigenerazione per il riciclo del rifiuto in materie prime seconde, 4 associazioni in rappresentanza dei produttori di oli alimentari.