Commenti Recupero/Riciclo/End of waste/Mps

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COMMENTI - End of Waste per carta e cartone: un altro tassello alla costruzione del sistema circolare

Il 24 febbraio 2021 sono entrate in vigore le norme tecniche sulla cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) dei rifiuti di carta e cartone.
Anche se le Regioni possono concedere l’End of Waste “caso per caso”, è innegabile che l’adozione di un decreto comporta il fondamentale elemento dell’uniformità sul territorio nazionale delle autorizzazioni, dei criteri di verifica del materiale in ingresso, delle modalità di lavorazione e dei sistemi di controllo.
Un passo avanti fondamentale per il comparto del riciclo di carta e cartone e che rappresenta il vero avvio verso l’economia circolare in questo settore.
L’intervento chiarisce alcuni punti nodali (adeguamento delle autorizzazioni in essere e rapporti con il Dm 5 febbraio 1998), riproponendo una valutazione giuridica della fattispecie, per evitare errori di prospettiva.
Ai provvedimenti relativi ai vari End of Waste viene riservato un buon pregio previsionale agli aspetti tecnici e burocratici della materia mentre quelli amministrativi vengono trattati con un’evidente ambiguità, mai auspicabile e sempre foriera di disarmonia. È necessario, quindi, che i prossimi decreti sull’End of Waste siano chiari sul regime transitorio e sul raccordo con il Dm 5 febbraio 1998. Del resto, il tempo non manca, a fronte di quanto ne occorre per l’emanazione di ogni decreto.

(31/03/2021) di Paola Ficco

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COMMENTI - End of Waste carta e cartone: la gestione della “qualità” e l’occasione mancata per la semplificazione

Il 24 febbraio 2021 è entrato formalmente in vigore il Regolamento recante il Decreto 188/2020 sulla cessazione della qualifica di rifiuto da carta e cartone, ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Si tratta di un importante provvedimento di dettaglio che, sulla base delle condizioni generali da rispettare per realizzare la cessazione della qualifica del rifiuto (End of Waste), così come dettate dalle direttive europee, stabilisce i criteri specifici per tale tipologia di rifiuto (carta e cartone).
Il Decreto ha confermato come, per la cessazione della qualifica di rifiuto, l’attuazione di un Sistema di gestione per la qualità risulti essenziale per accedere a tale regime di favore.
L’intervento pone in evidenza una serie di criticità che la scelta normativa della norma tecnica UNI EN ISO 9001:2015 pone e che non agevola imprese già certificate per la qualità ambientale o registrate EMAS.

(31/03/2021) di Andrea Sillani

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COMMENTI - Pneumatici e gomma vulcanizzata aggiungono un tassello alla “fine del rifiuto”

Il 5 agosto 2020 sono entrate in vigore le norme tecniche sulla cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) della gomma derivante dalla frantumazione degli pneumatici fuori uso (Pfu) e degli sfridi di gomma vulcanizzata da produzione di pneumatici nuovi e dall’attività di ricostruzione di pneumatici usati.
Anche se le Regioni possono concedere l’End of Waste “caso per caso”, è innegabile che l’adozione di un decreto comporta il fondamentale elemento dell’uniformità sul territorio nazionale delle autorizzazioni, dei criteri di verifica del materiale in ingresso, delle modalità di lavorazione e dei sistemi di controllo.
Un passo avanti fondamentale per il comparto del riciclo degli pneumatici e che rappresenta il vero avvio verso l’economia circolare del settore della gomma.
L’intervento chiarisce alcuni punti nodali (adeguamento delle autorizzazioni in essere e rapporti con il Dm 5 febbraio 1998), riproponendo una valutazione giuridica della fattispecie, per evitare errori di prospettiva.

(06/10/2020) di Paola Ficco

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COMMENTI - Linea guida End of Waste: “condizioni” e “criteri”, una “gestione” da dimostrare attraverso un “sistema” aziendale interno predefinito e documentato

La Linea guida per l’applicazione della disciplina End of Waste di cui all’articolo 184-ter, comma 3-ter, del Dlgs 152/2006 è stata approvata con delibera Snpa 6 febbraio 2020 n. 67. Cosa si intende per “condizioni”, per “criteri”, per “sistema di gestione”? Quali sono i “requisiti” che possono rendere il sistema di gestione idoneo, efficace ed affidabile per la “dimostrazione” del rispetto dei criteri? Le risposte a tali quesiti permettono una migliore comprensione delle finalità cui è rivolta la nuova Linea guida e fanno emergere con grande evidenza la centralità dell’autocontrollo aziendale interno per il relativo adempimento. Il che fa parte, a pieno titolo, di quei tentativi della norma di guidare il passaggio del mondo produttivo verso un approccio proattivo, rendendolo partecipe e protagonista nella protezione del bene giuridico ambiente e nelle strategie di semplificazione amministrativa; senza per questo sacrificare il principio unionale dell’azione preventiva, che impone di anticipare le misure di tutela dell’ambiente rispetto al verificarsi di un danno certo. Si tratta in realtà di un tentativo già anticipato nella documentazione scientifica dell’Unione Europea, come risulterà più chiaro nell’articolo proposto.

(31/03/2020) di Daniele Salvatori

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COMMENTI - End of Waste: la nuova norma sembra risolvere il “caso per caso” ma moltiplica i controlli e non si raccorda con l’Aia

Il nuovo End of Waste introdotto dalla norma del Dl “crisi aziendali” sembra risolvere il problema delle autorizzazioni caso per caso, ma soprattutto assicura che le autorizzazioni in essere alla data del 3 novembre 2019 “sono fatte salve” e che, in assenza delle norme comunitarie o nazionali, saranno rinnovate nel rispetto dell’End of Waste “caso per caso” concesso dalle autorità competenti a livello locale. L’intervento riepiloga l’origine della problematica ripercorrendo la sentenza del Consiglio di Stato del 2018 e ricorda che il problema si radica tutto nella necessità costituzionale di assicurare un livello di tutela uniforme su tutto il territorio nazionale. La disamina è completata da una lettura sistematica del nuovo articolo 183-ter “Codice ambientale” e da un flusso procedurale per i controlli “a campione” di Ispra, senza mancare di evidenziare alcuni importanti aspetti che, necessariamente, dovranno essere chiariti.

(06/01/2020) di Paola Ficco

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COMMENTI - End of waste: il meccanismo incompleto dello “sblocca cantieri” penalizza il riciclo e la circolarità della materia

Dopo l’intervento della legge 55/2019 (“sblocca cantieri”) si è ovviamente registrata una sorta di blocco del sistema del riciclo soprattutto per quanto riguarda la concessione delle nuove autorizzazioni e dei rinnovi di quelle esistenti.
La norma è parziale e priva di coraggio con la previsione di linee guida ministeriali. Occorreva solo un procedura di velocizzazione, facoltizzando il Ministero dell’Ambiente ad agire con maggiore snellezza per attualizzare il passato, ma non è accaduto. In altri termini, la norma va cambiata e velocemente. L’articolo 6 della direttiva offre lo spunto per poterlo fare con legge formale, ma prima del 5 luglio 2020, termine per recepimento delle direttive sull’economia circolare. L’intervento restituisce i tratti fondamentali della problematica.

(04/09/2019) di Paola Ficco

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COMMENTI - End of Waste: una sentenza sbagliata che non ha rango di “diritto consolidato”

Affinché da un’operazione di recupero esiti un End of Waste e non più un rifiuto, occorre che i relativi criteri siano stabiliti “caso per caso” o dalla Ue o dallo Sato membro, ai sensi dell’articolo 6, Direttiva 2008/98/Ce. La sentenza biasima anche il Ministero dell’Ambiente che con nota del 1º luglio 2016 aveva messo ordine nella complessa vicenda e indicato che l’End of Waste può derivare (in scala gerarchica): dai regolamenti Ue, dai decreti nazionali e dalle autorizzazioni regionali. Il Ministero si era pronunciato in base ad apposito carteggio intervenuto con la Commissione Ue ma per i Giudici di Palazzo Spada è stato considerato irrilevante e così hanno riformato integralmente l’arresto del Tar Veneto. Il Giudice amministrativo di prime cure, infatti, con la sentenza 1422/2016 aveva affermato che le Regioni erano dotate del “potere” e del “dovere” di procedere ad analisi della sussistenza delle quattro condizioni previste dall’articolo 183-bis, Dlgs 152/2006.
La sentenza non è una pronuncia di legittimità; quindi, è vincolante solo nei confronti delle parti.

(29/03/2018) di Paola Ficco