Sottoprodotto, il “ciclo produttivo” non indica solo il “ciclo industriale”
Quesito numero 765
In ordine alla definizione di “sottoprodotto” di cui al Dlgs 152/2006 si chiedono chiarimenti in ordine ai seguenti due aspetti:
1) alla luce del fatto che un “sottoprodotto” deve essere “originato da un processo di produzione”, è lecito concludere che anche uno scarto della distribuzione dei beni al consumo (ad esempio supermercato) possa essere considerato sottoprodotto? A tale conclusione arrivo interpretando il termine “produzione” come “attività produttiva” in senso lato (tale è la distribuzione dei beni al consumo) piuttosto che come attività di creazione in senso stretto di un bene (d’altra parte, anche alla fonte il bene è prodotto per essere commercializzato).
2) Nell’ambito specifico del recupero degli scarti alimentari per la produzione di biogas tramite digestione anaerobica, in alcuni casi (ad esempio scarti di macellazione), le autorità preposte alla tutela dell’ambiente e della salute (Arpa, Asl) possono richiedere, come requisito di processo, uno stadio di risanamento termico (pastorizzazione, sterilizzazione) del materiale prima dell’avvio a digestione anaerobica: può tale stadio di processo considerarsi “normale pratica industriale” e quindi il materiale rientrare nella definizione di sottoprodotto (fatti salvi gli altri requisiti previsti dalla definizione stessa)?
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