Il nuovo Regolamento Imballaggi e Rifiuti di imballaggio: il punto di vista dell’Industria del vetro

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I nuovi requisiti di sostenibilità, riciclabilità e riutilizzo degli imballaggi stabiliti dal recente Regolamento Ue 2025/40 sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio avranno un’influenza profonda sull’industria degli imballaggi in vetro, chiamata a cogliere interessanti opportunità e ad affrontare sfide significative.

Il settore è già da tempo impegnato a sostenere i quattro aspetti chiave del nuovo provvedimento: obiettivi di riduzione dei rifiuti, progettazione, riciclabilità e raccolta per i sistemi di riciclaggio. Sebbene introduca alcune restrizioni di accesso al mercato e nuove regole sulla minimizzazione degli imballaggi, il Regolamento rappresenta anche un’opportunità per il vetro, grazie alle sue peculiari caratteristiche, che ne fanno un pilastro dell’economia circolare.

Le proprietà intrinseche del vetro lo rendono infatti ideale per le ambizioni dell’economia circolare dell’Ue. Può essere riutilizzato e riciclato all’infinito in un ciclo chiuso da bottiglia a bottiglia, senza mai perdere le sue qualità originarie. Realizzato con risorse naturali, il vetro è un materiale impermeabile, praticamente inerte e sempre sicuro per gli alimenti e le bevande, senza rilasciare sostanze chimiche nel contenuto, indipendentemente dal numero di volte in cui viene riciclato o riutilizzato.

Il Regolamento Imballaggi riconosce che sostituire materiali più pesanti ma altamente circolari, come il vetro, con alternative più leggere ma difficili da riciclare non è una soluzione sostenibile, e stabilisce che, entro il 2030, tutti gli imballaggi dovranno essere progettati per minimizzare il peso e il volume, pur garantendo protezione del prodotto, funzionalità e praticità, sicurezza e conformità legale.

Le vetrerie sono costantemente impegnate a migliorare la sostenibilità dei loro prodotti e a ridurre il peso degli imballaggi. La giusta ponderazione e l’innovazione sono aree di interesse per ridurre i costi e l’impronta di carbonio. Le bottiglie di vetro sono già più leggere del 30-40% rispetto a 20 anni fa e oggi l’85% delle bottiglie di vino vendute sono leggere o di peso medio.

L’imballaggio in vetro però non è solo un contenitore, ma anche un elemento chiave per il branding e la differenziazione del prodotto. Colori, forme e texture degli imballaggi aiutano i marchi a distinguersi sullo scaffale e a dare forma all’identità di un marchio, fidelizzando i consumatori. Secondo una ricerca dell’Università di Parma, infatti, l’imballaggio primario è un fattore fondamentale per la valorizzazione del prodotto e la scelta del consumatore. Il contenitore in vetro è inoltre fondamentale per i prodotti di lusso, premium e artigianali, grazie alla trasparenza che mostra il prodotto al consumatore.

Il Regolamento Imballaggi consente eccezioni alle regole di minimizzazione del packaging quando il design contribuisce alla riconoscibilità del prodotto, ma è necessaria maggiore chiarezza sulla protezione di marchi e design distintivi. Tali regole consentono ai produttori di ridurre il peso e il volume dei loro imballaggi tenendo conto della loro forma e della necessità di proteggere i diritti di proprietà del design, ma le future disposizioni specifiche potrebbero influire sulla validità e sul carattere distintivo di marchi e disegni. Su questo tema, molti aspetti devono ancora essere chiariti.

A breve, dovranno essere predisposti numerosi atti di legislazione secondaria e standard per fornire dettagli sulle modalità di attuazione del Regolamento, sui quali l’Industria del vetro è pronta a collaborare con decisori politici e clienti per garantirne un’implementazione efficace e realistica. È attesa una norma armonizzata sulla minimizzazione degli imballaggi per definire la metodologia di conformità ai requisiti del provvedimento. Le scelte di riutilizzo del vetro dovranno continuare ad essere realistiche e pratiche, tenuto conto che le bottiglie riutilizzabili in vetro possono essere lavate e riempite fino a 50 volte e rappresentano una scelta perfetta per filiere corte e mercati locali. Saranno introdotti criteri armonizzati per gli “imballaggi riciclabili”, per garantire che gli imballaggi siano raccolti, selezionati e riciclati in modo sufficiente ed efficace nella pratica e su scala. Tutti gli imballaggi dovranno essere classificati secondo diversi gradi di riciclabilità da A ad E, con l’eliminazione graduale degli imballaggi di grado E a partire dal 2030, che costituiranno la base per la modulazione ecologica delle tariffe della responsabilità estesa del produttore (EPR). Secondo l’Industria del vetro, infine, la legislazione secondaria potrà essere per il Legislatore comunitario l’occasione adatta per riconoscere al vetro lo status di “materiale permanente”, poiché non perde mai le sue proprietà intrinseche, consente un riciclo di alta qualità all’interno di sistemi a circuito chiuso, riducendo l’uso di materie prime vergini e i consumi energetici, con conseguente abbattimento delle emissioni in atmosfera.

Assovetro è l’Associazione di Confindustria che riunisce le Imprese industriali italiane che fabbricano e trasformano il vetro, quali imballaggi per l’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica, vetri per l’edilizia e i mezzi di trasporto, filati di vetro per l’isolamento termico e acustico e nei rinforzi, vetri tecnici. Nel 2023, l’intero settore ha impiegato circa 16.000 addetti e prodotto 5,6 milioni di tonnellate di vetro, mentre la sola produzione dei contenitori in vetro (bottiglie, vasi, flaconeria cosmetica e farmaceutica, articoli per uso domestico) è stata pari a 4,5 milioni di tonnellate. Nello stesso anno, per il quinto anno consecutivo, l’Italia ha raggiunto e superato il target europeo di riciclo fissato per il vetro al 75% al 2030, con un tasso di riciclo del 77,4%.