Buon compleanno RIFIUTI per i tuoi 30 anni e continua nel tuo amore della conoscenza condivisa per la trasformazione delle cose
Il tempo, la dimensione in cui concepiamo il trascorrere degli eventi.
Il tempo, un mistero di cui ciascuno ha esperienza in ogni istante.
Ma il tempo è negli eventi che scorrono o è dentro di noi? Oppure, come affermano i fisici da Einstein in poi, è un’illusione ostinata che ci impedisce di capire il mondo? La distanza tra gli eventi dipende dalla velocità relativa dell’osservatore rispetto a essi. Potremmo continuare a lungo ma solo per dire che di tempo, attraverso queste pagine, ne è passato davvero tanto. Infatti, con questo numero la Rivista RIFIUTI compie 30 anni, nel corso dei quali (un po’ come un noto settimanale di enigmistica) è stata oggetto di innumerevoli tentativi di imitazione.
Un compleanno importante, che ne testimonia la forza e la vitalità. Un traguardo straordinario che porta con sé non solo e non tanto le pagine scritte e quelle lette, ma anche (e soprattutto) la testimonianza di aver creato una vera e propria cultura di settore, con la tenacia che solo l’amore per le cose che si fanno può avere.
In questi 30 anni il mondo è mutato, si è capovolto e avvitato su sé stesso; il Ministero dell’ambiente ha cambiato nomi e Ministri, ma RIFIUTI è stata sempre al suo posto, paziente e fedele al suo pubblico. Con il rigore interpretativo che le è proprio, non ha mai ceduto alle sirene del “così fan tutti”.
Senza la pretesa dell’assolutezza del sapere della Biblioteca di Borges, ogni contenuto di RIFIUTI è però sempre stato messo in fila, rimandando e raccordandosi con un altro e poi a un altro e un altro ancora perché, più di tutto, questo metodo di lavoro è il simbolo della tensione alla realizzazione di uno strumento culturale. Di un “filo di Arianna” che migliaia di imprese e Pubbliche amministrazioni hanno impugnato saldamente per orientarsi nel labirinto della realtà normativa e interpretativa di settore.
RIFIUTI ha sempre usato un linguaggio asciutto ma anche sonoro, scegliendo di chiamare sempre le cose con il loro nome, insistendo sul lessico e la sua uniformità. Perché nella comoda babele dei “si dice” nulla è più pericoloso di un linguaggio ammiccante e lezioso. Ad esempio, quando si parla di economia circolare si tende a ignorare e a banalizzare la nozione di rifiuto; invece, questa rappresenta il contorno di ogni vera azione di circolarità. Operare diversamente non solo è pericoloso per sé ma è anche offensivo per chi, invece, ha compreso la serietà della transizione, che non è un ballo in maschera ma un processo strutturale che potrebbe anche riportare l’economia alla sua funzione originaria di servizio alle persone e alle cose.
Il percorso di RIFIUTI è stato ed è un percorso di formazione, per chi lo scrive e per chi lo legge, come quello di tutti coloro che hanno sete di sapere, dove ciò che conta è la capacità di comprendere e far comprendere.
Nello spazio di questi 30 anni, autori e idee e soluzioni si sono susseguiti ciascuno con la propria speciale intonazione, proporzionati alla percezione del singolo lettore. Perché la chiave che è alla base del successo di RIFIUTI è la consapevolezza della complessità e la sua chiara compostezza. Dove ogni trama sembra essere impossibile e senza linearità nel sovrabbondare di norme e loro modifiche, RIFIUTI fa chiarezza, cosciente di chiedere, a volte, troppo al Lettore, poiché invita a una partecipazione sempre vigile attraverso il rigore di una prosa senza equivoci.
Infatti, obbliga a interrogarsi, a stare al gioco della forza legittima della norma (e non a quello dell’affare del momento) e a non restare consumatori indifferenti di parole dinanzi alla conoscenza delle cose.
Il che assume un sapore ancora più acuto poiché ci si muove in un orizzonte che disgrega la verità nella società globale in piena rivoluzione web dove l’importante, per esistere, è postare, e poco importa che si tratti di vero o di falso, tanto quel che conta è la “postverità”.
In questo dramma nel nostro tempo, RIFIUTI, come gli antichi filosofi, continua a perseguire l’amore della conoscenza condivisa con altri in un progetto di trasformazione delle cose, mantenendo il senso e il punto. E forse non c’è nulla di più moderno e di più urgente di questa esigenza e di questa sfida. Per questo motivo, RIFIUTI è capace di futuro e di altri numerosi compleanni.
Grazie a chi non c’è più e a chi c’è ancora, ai miei Lettori, ai miei Amici, ai miei Autori, ai miei Colleghi, ai miei Maestri, alle mie Redazioni e a Roberto Coizet, il mio straordinario Editore.


