Sostenibilità giuridica della riqualificazione dei siti contaminati: i delitti della legge 68/2015, il reato di “inquinamento colposo” e l’efficacia dei meccanismi premiali
Le sfide imposte dalle politiche di transizione ecologica gravano in modo strategico sulle imprese. Ai costi che le aziende dovranno sostenere per garantire la necessaria coerenza dei processi produttivi, si affiancheranno la razionalizzazione di impianti, la riqualificazione di siti industriali così come la riutilizzazione di aree dismesse soprattutto nel settore delle energie rinnovabili.
Ciò sottolinea l’improcrastinabilità di una riflessione costruttiva in relazione ad alcune normative che sebbene generalmente coerenti ad indefettibili obiettivi di tutela ambientale e persecuzione di attività criminali, hanno confermato alcuni limiti già annunciati al loro esordio.
Ci si riferisce in particolare ai delitti introdotti dalla legge 68/2015 e segnatamente alle disposizioni in materia di inquinamento colposo di cui agli articoli 451-bis e 452-quinquies Codice penale, nonché al “meccanismo premiale” di cui all’articolo 452-decies.
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