Rifiuti n. 241
luglio 2016
Quesiti

La Rubrica si propone come strumento in grado di offrire un supporto operativo alla soluzione dei numerosi problemi interpretativi ed applicativi che sorgono nella produzione, nella gestione e nel controllo dei rifiuti. Ciò al fine di operare una collaborazione culturale e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto con le tematiche specifiche.

1121 Formulario: va annotato sul registro per i rifiuti in ingresso e per quelli in uscita

Azienda che gestisce centri di raccolta ex Dm 8 aprile 2008. Si chiede se i formulari con cui vengono conferiti presso il centro di raccolta i rifiuti assimilati agli urbani dalle utenze non domestiche devono essere registrati sul registro di carico e scarico.

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1122 Formulario: non sopporta modifiche, neanche se concordate tra le parti

Un produttore non ha firmato un formulario, il trasportatore non si è accorto della disattenzione del produttore, così come l’impianto dove è stato conferito il rifiuto. La domanda è: in caso di controllo, tutte e tre le parti che compaiono sul formulario (produttore, trasportatore e destinatario) sono soggette a sanzione?
Visto che l’impianto di destino dista molti chilometri dal produttore, entrambi non volendo spedire per posta le rispettive copie per ovviare all’errore, non vogliono neanche incontrarsi fisicamente per sovrapporre le quattro copie, apporre firma e risolvere così la mancanza (pur essendo questo, non troppo regolare ma comunque risolutivo).
L’impianto di destino propone al produttore di firmare la prima copia e la quarta, fotocopiarle, apporre lettera di accompagnamento dove ammette la distrazione, e spedirle. È questa la soluzione?

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1123 Pile portatili: no al Sistri per il punto vendita perché non è produttore iniziale

In ottemperanza al Dlgs 188/2008 nei negozi di vendita al dettaglio sono raccolte pile portatili dai clienti. Due le questioni controverse. La prima: la classificazione. È più corretto classificare il rifiuto come urbano pericoloso 200133* o è sufficiente il 200134, essendo una raccolta comunque di origine urbana?
La seconda: la gestione. Benché il servizio sia svolto da incaricati del Cdcnpa, con il quale è stato sottoscritto accordo, viene redatto un formulario indicante il negozio quale produttore/detentore. Ove si opti per il Cer 200133*, il negozio dovrà caricare il rifiuto sul suo registro di c/s e Sistri?

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1124 Recupero agevolato: la sospensione non opera in automatico, occorre sempre un provvedimento della Provincia

Un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi operante in procedura semplificata ex articoli 214-216, Dlgs 152/06 per mera dimenticanza effettua in ritardo di alcuni mesi il pagamento dei diritti di iscrizione dovuti per l’anno in riferimento entro il 30 aprile come da Dm 350/1998 continuando a ricevere e a trattare rifiuti.
Si chiede di conoscere se la sospensione prevista dal decreto trovi applicazione automaticamente oppure occorra un provvedimento formale da parte della Provincia competente ed a quali conseguenze vada incontro l’azienda nel periodo scoperto per il tardivo pagamento.

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1125 Registro: ne occorre uno per ogni luogo di produzione (bis)

Con riferimento ad una recente risposta ad un quesito, circa la necessità di avere un registro di c/s per ciascun luogo di produzione, si chiede se ciò vale anche per le imprese che iscritte alla categoria 10 che effettuano “attività di bonifiche di materiali contenenti amianto”. Talvolta capita di effettuare attività che durano una giornata o massimo due, e che nell’arco di un anno si effettuino 40 cantieri.
Anche in tal caso è d’obbligo la tenuta di un registro per cantiere? O si può far riferimento al registro tenuto presso la sede dell’azienda?

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1126 Aua: sulla certificazione antimafia il Suap verifica solo la correttezza formale

In un provvedimento di Aua, che include procedura semplificata rifiuti di cui agli articoli 214-216, Dlgs 152/2006, autorizzazione alle emissioni di cui all’articolo 269, Dlgs 152/2006 ed autorizzazione allo scarico, si chiede di capire a chi spetta la verifica della certificazione antimafia.
In particolare, tale verifica spetta alla Provincia o al Suap di riferimento al quale spetterebbe di verificare e notificare il provvedimento finale?

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1127 Bonifiche: se il terreno è riposizionato in situ, il trattamento del terreno escavato non è un’operazione di gestione di rifiuti

Nell’ambito di un progetto esecutivo di bonifica di un sito contaminato da metalli pesanti ricadente all’interno di un’area protetta, si prevede una preliminare vagliatura dello strato di terreno superficiale mediante un impianto mobile autorizzato ai sensi dell’articolo 208, comma 15, Dlgs 152/2006. Il terreno trattato viene riallocato in situ per successivo intervento di fitorisanamento (Fase II della bonifica).
Il terreno escavato come anche quello ricollocato in situ sono inquadrabili come rifiuto? Se si, qual è il Cer da applicare nell’uno e nell’altro caso?
Come si conciliano le esigenze di semplificazione tecnico-procedurale di cui all’articolo 242-bis, comma 2, Dlgs 152/2006, in forza del quale si sta operando, con l’utilizzo di un impianto mobile di trattamento dei rifiuti all’interno dell’area protetta e con la verifica di assoggettabilità a Via di tale impianto?
L’impianto mobile di vagliatura in parola eccede il limite quantitativo previsto dal Dm 30 marzo 2015. Si chiede se il carattere temporaneo dell’operazione di vagliatura, quota parte di un cantiere complessivo di bonifica ambientale, possa derogare a tale limite. L’area è ricompresa nella Rete Natura 2000 per cui è prevista anche la valutazione di incidenza.

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1128 Discariche: i rifiuti usati per la copertura devono rispondere ai limiti del Dm 5 febbraio 1998

Lo scrivente è titolare di un’autorizzazione per il recupero finalizzato alla produzione di rifiuti utilizzabili per la realizzazione della copertura finale multistrato di una discarica per rifiuti non pericolosi.
Il provvedimento prevede la possibilità di miscelare rifiuti non pericolosi in ragione delle caratteristiche previste per ciascun degli strati di copertura finale come indicato nel Dlgs 36/2003 a condizione che il mix restituisca un valore dell’eluato conforme a quanto previsto per l’allegato 3 al Dm 5 febbraio 1998.
Con la presente si chiede, alla luce delle indicazioni dell’articolo 187, Dlgs 152/2006 e in base a quanto disposto dal comma 2 dell’articolo 6, Dlgs 36/2003 se vi è qualche dispositivo normativo che disponga la verifica dell’eluato anche prima di dare luogo alla miscelazione?

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1129 Miscelazione: fondamentale è l’autorizzazione (e il dato fornito dal produttore iniziale)

Un impianto autorizzato con Aia ad operazioni D13, trattamento meccanico e triturazione, può assegnare, ai rifiuti prodotti il codice Cer 191211* o 191212, “a specchio”.
L’attribuzione del codice Cer deve essere effettuata sulla base degli inquinanti presenti, mediante opportuna caratterizzazione analitica, oppure vanno comunque tenute in considerazione le caratteristiche di pericolo originarie dei rifiuti trattati?
Nel caso in cui si vadano a triturare anche rifiuti pericolosi, e il rifiuto generato risulti non pericoloso da analisi, e si scelga di assegnare il codice Cer 191212, tale scelta andrebbe in conflitto con l’articolo 184 “Codice ambientale”, che al comma 5-ter stabilisce “La declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso del rifiuto”?
Quali differenze ci sono nel caso vengano lavorati Cer pericolosi “assoluti” piuttosto che “speculari”?

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1130 Sottoprodotti origine animale (Soa): per i grassi animali “fusi” ricorre l’obbligo della certificazione

Un produttore di sottoprodotti di origine animale di Categoria 3 (grassi animali fusi) vende il Soa a impianti per la produzione di energia elettrica e/o a impianti per la produzione di biodiesel.
Il produttore in questione è considerato operatore economico ai sensi del Dm 23 gennaio 2012 e quindi è tenuto ad aderire al sistema di certificazione dei biocarburanti e bioliquidi?

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