La filiera della carta italiana è in prima linea in tema di riciclabilità

Argomenti trattati: Recupero/Riciclo/End of waste/Mps

L’ASSOCIAZIONE

ASSOCARTA venne fondata l’11 maggio del 1888 con l’obiettivo di “tutelare l’industria e il commercio cartaceo italiano”. L’Associazione, aderente a Confindustria, ha oggi lo scopo di coordinare e promuovere gli interessi di ogni settore dell’industria cartaria in cui operino le imprese associate, e di tutelarli sia a livello nazionale che europeo attraverso CEPI, la Confederazione Europea dell’Industria Cartaria (www.cepi.org), di cui è socio fondatore. L’essenzialità dichiarata in fase di pandemia ha riconosciuto il ruolo delle produzioni dell’industria cartaria italiana, ma anche la funzione chiave che essa svolge nell’economia circolare del Paese e nella transizione ecologica, grazie a performance ambientali e circolari riconosciute anche nell’ambito del PNRR.

Il riciclo è un elemento fondante per l’industria della carta e del cartone.

E proprio per proteggerne la riciclabilità, nel 2011 è stato sviluppato il metodo Aticelca 501, una prova di laboratorio che simula un processo di riciclo basato su 5 diversi parametri per dare a coloro che sviluppano e producono imballaggi in carta uno strumento da cui partire per una progettazione compatibile con le attuali tecnologie di riciclo o per poter intervenire eliminando eventuali criticità.

Aziende, grandi brand e Gdo hanno sempre più l’esigenza di comunicare queste caratteristiche al consumatore.

Risultati da non vanificare

Sembra scontato che un imballaggio in carta vada conferito nei relativi bidoni, ma in realtà non è così.

Soprattutto quando la carta o il cartone sono più sofisticati con stampe, verniciature, metallizzazioni e plastificazioni o colle. Oggi tecnologie sempre più avanzate mettono a punto prodotti e imballaggi in carta più performanti, ma in realtà potrebbero impedirne il riciclo. Come filiera dobbiamo proteggere i risultati raggiunti finora, che vedono un tasso di riciclo all’85% già nel 2021, largamente in anticipo rispetto agli obiettivi 2030, tanto che l’industria si è data un obiettivo più alto, al 90.

Un marchio con codifica

Proprio per non disperdere questo patrimonio e aiutare i brand a comunicarlo in modo certo e condiviso è nato anche un marchio.

È applicato sul prodotto o imballo in carta e ha una codifica in classi: dalla A+ (riciclabilità massima) fino alla C (riciclabilità minima). L’obiettivo è dare al mercato gli strumenti per scegliere prodotti di classe migliore e guidare l’industria nel produrre imballaggi sempre più facili da riciclare compatibilmente con le prestazioni che il prodotto deve avere.

Anche Conai lo utilizzerà per la definizione del contributo ambientale.

Progettare tenendo conto del fine vita e in particolare della riciclabilità è una responsabilità cruciale per chi utilizza, commissiona o produce un imballaggio o un prodotto in carta. Ciò diventerà peraltro un obbligo dal 2030 per il nuovo regolamento europeo in materia di rifiuti da imballaggio (PPWR), ma l’Italia, grazie a un’azione lungimirante di Aticelca e Assocarta, con le sue aziende è già pronta.

Il primo metodo di misura della riciclabilità in Europa

Aticelca, l’associazione dei tecnici cartari italiani, per prima in Europa, fin dal 2011, ha pubblicato un metodo di misura della riciclabilità del prodotto e degli imballaggi in carta e cartone, e con il marchio Riciclabile con la carta – Aticelca® 501 è possibile anche comunicare questo valore di riciclabilità.

Nel giugno scorso è partito un gruppo di lavoro al Cen, l’ente ufficiale di normazione europea, per redigere un metodo di misura della riciclabilità che si fonda sull’esperienza italiana, perché questo standard diventi la base dei futuri obblighi normativi europei, con grande vantaggio quindi per le aziende italiane, già abituate a utilizzare la metodica Aticelca.

Progetti di ricerca su prodotti innovativi

Altro importante traguardo raggiunto è uno studio sulla riciclabilità dei prodotti tissue, quali tovaglioli, rotoli da cucina e asciugamani in carta, ammettendone, se non troppo sporchi, lo smaltimento nel bidone della raccolta carta.

Si è appena concluso (dicembre 2023), poi, il primo progetto di ricerca internazionale coordinato da Aticelca, con 14 imprese della filiera, di cui la metà estere, per esaminare la riciclabilità di prodotti innovativi che si stanno affacciando sul mercato, in particolare carte patinate a effetto barrierante, in sostituzione di accoppiature con la plastica in ambito food, e carte metallizzate.

Separabilità dei componenti

Il metodo di prova Aticelca 502 del 2022 è una metodica di valutazione in grado di determinare quando i costituenti cartacei e i costituenti non cartacei di materiali e prodotti, inclusi gli imballaggi, siano tra loro separabili manualmente con sufficiente facilità ed efficacia da parte dei cittadini.

Il metodo è applicabile a tutti i materiali e prodotti composti da due o più costituenti in cui almeno uno di essi è a prevalenza cellulosica (carta e cartone) e possa essere avviato a riciclo nella carta nel rispetto delle disposizioni nazionali e comunali vigenti e delle indicazioni fornite dal Conai.

Il metodo si pone l’obiettivo di affiancare il Sistema di valutazione Aticelca 501 “Valutazione del livello di riciclabilità di materiali e prodotti a prevalenza cellulosica sulla base della norma Uni 11743:2019”, consentendo di sottoporre ad analisi di riciclabilità i soli costituenti in carta o cartone.

Vuole quindi essere uno strumento utile a consentire e promuovere l’eco-design, in termini di progettazione di manufatti che possano essere meglio separati per essere avviati alla raccolta differenziata nelle loro diverse componenti riciclabili.

Il sistema Aticelca è stato realizzato da un gruppo di lavoro che, con il coordinamento di Aticelca, ha visto la partecipazione di molti esperti provenienti da cartiere, cartotecniche, utilizzatori di imballaggi del mondo food e della cosmetica, scuole, università e associazioni.

Il cittadino ha un ruolo fondamentale nella separazione dei componenti.

Per questo motivo occorre assicurarci di essere nelle condizioni idonee per poter immettere sul mercato un prodotto o imballaggio in carta e cartone realizzato con componenti da far separare al cittadino. Prima di avviare il lavoro abbiamo verificato, grazie a un sondaggio realizzato con Doxa, la propensione dei cittadini italiani a fare la loro parte, ed è emerso che sono pronti a fare la loro parte, a condizione che siano informati e messi nelle condizioni di farlo.

La valutazione del metodo Aticelca 502:2022 si basa su 5 elementi:

• presenza dell’indicazione di rimuovere la parte;

• comprensibilità delle indicazionu di rimuovere la parte;

• comprensibilità dell’operazione da compiere per separare la parte;

• tempo di separazione, su più livelli e con tempo massimo;

• completezza della separazione, sono ammesse solo tracce.

La riciclabilità sarà un tema fondamentale nell’attuazione del PPWR, oltre che nella comunicazione ambientale verso istituzioni e clienti.