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Focus appalti verdi

Argomenti trattati: Appalti/Acquisti verdi (Gpp)/Cam

Il tema delle verifiche è senz’altro uno dei più spinosi nell’applicazione del Green Public Procurement. Dopo aver inserito nella documentazione di gara i criteri ambientali minimi, così come imposto dall’articolo 34 del Codice Appalti e come declinati nei decreti ministeriali che li riportano, con quali strumenti e con quali modalità la Pubblica amministrazione ne verifica concretamente la presenza nelle offerte ricevute?
Il possesso di una certificazione può davvero determinare l’esito di una gara pubblica, in un senso o nell’altro: può premiare il candidato che ne è in possesso, come prova evidente di conformità ai requisiti ambientali fissati, così come può addirittura determinare l’annullamento della gara (ed eventualmente del contratto successivamente stipulato) se il Giudice adito riscontra un disallineamento tra la certificazione utilizzata e il requisito (o sub requisito) dei Cam.
Serve quindi una “bussola” in grado di orientare Aziende e Pubbliche amministrazioni nel groviglio di specifiche tecniche da una parte ed ecoetichette ammissibili, attendibili e diffuse sul mercato, con il necessario grado di dettaglio dell’analisi. Facciamo un esempio: siamo sicuri che l’Ecolabel per i prodotti tessili sia stato rilasciato in seguito ad una verifica specifica sul requisito sulla durabilità delle fibre, intesa come “Solidità del colore al sudore”, articolo 4.1.5, Cam “Tessile”, Dm 11 gennaio 2017?
Il tema è complesso e cercheremo di restituire chiarezza in questo e in contributi che verranno pubblicati in futuro su questa Rubrica. In questo contributo, sollecitati da spunti emersi in un recente Report del Ministero dell’Ambiente, ripercorriamo i riferimenti normativi cardine della materia. In successivi contributi offriremo un primo elenco di eco-etichette “Gpp conformi”, a beneficio di Aziende e Pubbliche amministrazioni.

GPP e certificazioni ambientali: rifacciamo il punto