La Rubrica si propone come strumento in grado di offrire un supporto operativo alla soluzione dei numerosi problemi interpretativi ed applicativi che sorgono nella produzione, nella gestione e nel controllo dei rifiuti. Ciò al fine di operare una collaborazione culturale e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto con le tematiche specifiche.
Impianto di produzione di leganti idraulici (attività principale) e gestione di rifiuti (attività secondaria), autorizzato con Aia per R5 ed R13; R1 ed R13. Interrompe l’attività produttiva per cassa integrazione ed è impossibilitato ad effettuare R5 ed R1. I rifiuti sono stoccati da alcuni mesi in vasche e serbatoi autorizzati. L’impianto intende disfarsene. Qual è il termine massimo di detenzione in impianto dei rifiuti pericolosi e non pericolosi per la messa in riserva R13? Possono essere inviati ad altro impianto di recupero o in discarica con lo stesso Cer di ingresso in stabilimento (i rifiuti non sono stati trattati ma solo stoccati)? È necessario riportare particolari annotazioni sui registri al momento dello scarico?
La nostra azienda è autorizzata (R13 e R12) in procedura ordinaria ex articolo 208, Dlgs 152/2006 per la produzione di Css da rifiuti speciali non pericolosi, attraverso operazioni di selezione meccanica e triturazioni successive senza nessuna trasformazione biologica dei rifiuti in ingresso.
Al rifiuto in uscita a fine linea viene attribuito il Cer 191210 per l’avvio al recupero energetico R1. È necessario che sia anche autorizzata l’operazione di recupero R3, visto che non si opera nessuna trasformazione biologica?
Il manutentore che opera presso un cliente può comunicare alla Cciaa una propria unità locale/cantiere con l’indirizzo del cliente e poi aprire un registro di carico/scarico rifiuti con quell’indirizzo per stoccare i rifiuti in quel luogo?
Se un’azienda ha più unità locali e internamente ha una squadra di manutentori, può formalizzare, e in che modo, l’attività di questa squadra come se fosse un’attività manutentiva esterna al fine di convogliare i rifiuti delle manutenzioni di tutte le unità in una sola (unità nella quale la squadra ha “base-sede”)?
Ad una società che svolge attività di gestione di impianti termici di edifici pubblici (scuole, ospedali, eccetera) si applica l’articolo 230 ovvero l’articolo 266, comma 4, Dlgs 152/2006 rispetto ai rifiuti (pericolosi e non) derivanti dalla manutenzione e/o utilizzo di tali impianti?
Un’azienda industriale settore abbigliamento (25 dipendenti) e che produce presso i propri uffici le cartucce toner esauste Cer 160216 e che consegna i rifiuti ad una ditta regolarmente autorizzata alla messa in riserva (R13) è obbligata alla tenuta del registro di carico-scarico? È soggetta alla presentazione del Mud?
Le cartucce toner esauste (Cer 160216) se sono prodotte nell’ufficio di un’attività industriale sono sempre e comunque “rifiuti da lavorazioni industriali?
Il percolato di discarica si configura come rifiuto anche quando viene convogliato tramite dedicata tubazione ad un impianto di trattamento acque reflue urbane, previo pretrattamento presso terzi?
La sezione di pretrattamento del percolato, facente parte del depuratore urbano è da intendersi impianto di trattamento rifiuti e in quanto tale, superando le soglie previste dalla Parte II, titolo III-bis del Dlgs 152/2006, soggetto ad Aia?
Si intende avviare un’attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, ai sensi del Dm 5 febbraio 1998. Premesso che l’attività rispetta pienamente quanto previsto all’allegato 1 suballegato 1, Dm 5 febbraio 1998, si ritiene che in base al comma 4 dell’articolo 214, Dlgs 152/2006, questa possa essere autorizzata con le procedure semplificate come attività di recupero R13. Se non possono essere applicate le procedure semplificate, come si autorizza l’attività?
Un’azienda che per anni si è vista applicare la tassa rifiuti su tutte le superfici dello stabilimento (con un banale calcolo matematico del tipo: mq totali x costo/mq), ivi comprese aree produttive e magazzini/depositi e che non ha mai conferito i rifiuti prodotti (assimilabili e non) al servizio pubblico di raccolta, ma li ha sempre conferiti a terzi, può contestare le modalità in cui la Tarsu è stata applicata? Tra l’altro: il Regolamento comunale vigente risale all’anno 2008; non vi è alcuna convenzione tra il Comune e la ditta per il ritiro dei rifiuti prodotti dall’azienda (tant’è che questa ha provveduto sempre tramite terzi).