Rentri: l’occasione perduta nell’epoca dell’Intelligenza artificiale
Il Decreto direttoriale n. 97 del 22 settembre 2023 precisa le scadenze per l’iscrizione al Rentri, per l’entrata in vigore dei nuovi modelli di registro di carico e scarico e formulari, le date per la tenuta del registro di carico e scarico in formato digitale e la data per l’emissione del formulario in formato digitale.
Una dimostrazione chiara che già il sistema è in affanno. Le imprese hanno atteso per lunghissimo tempo il Dm 59/2023 (che disciplina il Rentri) e c’è stato bisogno di un altro decreto che lo spiegasse. Incredibile ma vero. E poi nulla garantirà nessuno dinanzi all’immissione di dati nel registro che sarà asincrona e, comunque, sui mezzi occorrerà portare il formulario di carta. Insomma, un sistema che ben avrebbe potuto (dovuto) essere una mera tenuta informatica di documenti di tracciabilità si sta trasformando in qualcosa che, solo strada facendo, capiremo. Il timore di un nuovo Sistri non è ancora fugato e, a parte i costi per le imprese decisamente inferiori, le premesse di una struttura tecnocratica che implicherà numerose fatiche per le imprese ci sono tutte. Che ancora una volta vorrà prevedere tutto senza, dunque, regolare (quasi) nulla; perché ci sarà sempre il “caso dei casi”.
Un apparato elefantiaco e ormai desueto che vorrebbe essere tanto ma che non basterà. Il Rentri ha perso l’occasione di essere una bussola per i controlli e un guardiano attento, un interprete dei dati che riceve e perché no, un assistente di secondo livello per il contenzioso. Insomma, dovrebbe essere un’Intelligenza artificiale. Ma non lo è. Solo così creerebbe nuovo valore per le imprese, diventando uno strumento per la gestione del rischio, evitando che l’improbabile diventi possibile.
Non c’è bisogno di decreti direttoriali (che saranno frutto di infinite mediazioni e quindi sempre oscuri) ma di algoritmi capaci di prendere in considerazione scenari in evoluzione e cambiamento, di elaborare enormi quantità di dati e informazioni per consentire all’Amministrazione e alle associazioni di categoria e alle imprese di assumere decisioni, suffragate dai dati, per formulare domande sensate e avere risposte giuste.
Solo così si creerebbe valore aggiunto per le imprese e per la legalità, dotando la macchina non tanto di “intelligenza” quanto di “esperienza”, alimentandola con i dati da assemblare, combinare, analizzare, per fornire risposte sempre perfette alle domande poste. Certo, verrebbe meno il mondo dei consulenti ambientali ma, in un processo con intervento umano tendente a zero, ci sarebbero altre innovative professionalità.
Addirittura il Fisco si sta muovendo così, nel piano triennale tra Mef, Agenzia Entrate e della Riscossione il ruolo dell’AI è fondante e anticipa i principi della riforma fiscale (legge 111/2023).
All’AI viene così affidato il compito (arduo) di garantire gettito e recupero del nero (1.471 miliardi di adempimento spontaneo entro il 2025, 30 miliardi di contrasto all’evasione, e 32 miliardi di crediti fiscali da recuperare). Perché, allora, l’AI non potrebbe consentire di tracciare (davvero) 147 milioni di tonnellate/anno di rifiuti speciali e 30 milioni/anno di urbani?
Siamo davvero sicuri che la (non) gioiosa macchina da guerra del Rentri sia realmente capace di non essere solo un pallottoliere che, mascherato da “sistema”, si limita a contare (con fatica) quanto entra e quanto esce da un impianto?
Intanto, il 10 ottobre 2023 è entrata in vigore la legge 137/2023 che, per l’abbandono di rifiuti posto in essere da soggetti diversi da un’impresa (quindi, soggetti privati), prevede la sanzione penale dell’ammenda da mille a 10mila euro (tutto raddoppiato se i rifiuti sono pericolosi). Insomma, sanzioni penali per tutti, imprese, enti e cittadini. Cambia così l’articolo 255, comma 1, del “Codice ambientale”. Non che davanti allo scempio dei rifiuti abbandonati non sia giusto; tuttavia, il problema non sono le sanzioni (ne abbiamo fin troppe) il problema sono i controlli. Chi li fa? Non sembra di vedere nei prati delle periferie urbane oppure lungo le strade cittadine sciami di controllori pronti a intervenire.
Controlli post e carta a bordo mezzo con il Rentri e sanzioni penali per tutti, la guerra contro i traffici illeciti e gli abbandoni di rifiuti è ancora lunga perché pare non si comprenda che per fornire la risposta ai problemi del nostro tempo occorre una saggezza nuova perché tutta nuova è l’epoca nella quale viviamo. La contingenza della normale gestione dei rifiuti offre garbati sguardi su un quotidiano sorprendentemente semplice che a tutti i costi si è sempre voluto rendere ostile e difficile. Ma se l’orizzonte resta quello gattopardiano, dove tutto cambia affinché tutto resti uguale, la strategia è evidentemente sbagliata.