Paola Ficco

Interventi e commenti

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COMMENTI - Sfalci e potature: verso il riallineamento nazionale con la Direttiva 2008/98/Ue

L’Antitrust ha segnalato al Parlamento e all’Anci (Associazione Comuni Italiani), che la disciplina che esclude dal regime dei rifiuti sfalci e potature da verde pubblico è distorsiva della concorrenza. Questo perché l’articolo 185, comma 1, lettera f), Dlgs 152/2006 riformulato ad opera della legge 154/2016 contrasta con la direttiva 2008/98/Ce.
Tale legge, infatti, ha ampliato il novero dei residui vegetali esclusi dal campo di applicazione della disciplina sui rifiuti, aggiungendo all’esclusione da tale disciplina anche sfalci e potature da verde pubblico. Le distorsione della concorrenza che ne derivano, a svantaggio del settore del compostaggio, inducono l’Autorità a sperare in un riallineamento con la disciplina eurounitaria.

(29/06/2018) di Paola Ficco

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COMMENTI - Stoccaggi: la prevenzione incendi “riscritta” da una Circolare

Con la Circolare n. 4064 del 15 marzo 2018, il Minambiente impartisce prescrizioni in materia di stoccaggi di rifiuti al fine di prevenire gli incendi e gli infortuni sul lavoro. Il che, però, non appare del tutto in linea con quanto già disciplinato dall’attività normativa tradizionale e interviene in ambiti già di competenza di altre Amministrazioni.
Una circolare di cui già si annuncia il “restyling” in una riedizione che sarà il frutto di una “revisione partecipata” con il Ministero dell’Ambiente richiesta dal Ministero degli Interni, poiché “alcuni riferimenti” sono “non del tutto coerenti” con l’attuale disciplina tecnica e procedurale di prevenzione degli incendi. Con la confusione che domina il settore della gestione dei rifiuti, di questo ulteriore disordine non si sentiva il bisogno.

(31/05/2018) di Paola Ficco

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COMMENTI - End of Waste: una sentenza sbagliata che non ha rango di “diritto consolidato”

Affinché da un’operazione di recupero esiti un End of Waste e non più un rifiuto, occorre che i relativi criteri siano stabiliti “caso per caso” o dalla Ue o dallo Sato membro, ai sensi dell’articolo 6, Direttiva 2008/98/Ce. La sentenza biasima anche il Ministero dell’Ambiente che con nota del 1º luglio 2016 aveva messo ordine nella complessa vicenda e indicato che l’End of Waste può derivare (in scala gerarchica): dai regolamenti Ue, dai decreti nazionali e dalle autorizzazioni regionali. Il Ministero si era pronunciato in base ad apposito carteggio intervenuto con la Commissione Ue ma per i Giudici di Palazzo Spada è stato considerato irrilevante e così hanno riformato integralmente l’arresto del Tar Veneto. Il Giudice amministrativo di prime cure, infatti, con la sentenza 1422/2016 aveva affermato che le Regioni erano dotate del “potere” e del “dovere” di procedere ad analisi della sussistenza delle quattro condizioni previste dall’articolo 183-bis, Dlgs 152/2006.
La sentenza non è una pronuncia di legittimità; quindi, è vincolante solo nei confronti delle parti.

(29/03/2018) di Paola Ficco

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COMMENTI - Proroga Sistri e informatizzazione di registro e formulario. La tracciabilità dei rifiuti in cerca di un nuovo orizzonte

La legge di bilancio per il 2018 reca la consueta “proroga Sistri” e stabilisce che le sanzioni per la non corretta operatività sul Sistri non saranno applicabili “Fino alla data del subentro nella gestione del servizio da parte del concessionario” individuato mediante gara d’appalto gestita da Consip “e comunque non oltre il 31 dicembre 2018”. Restano, invece, operanti e ridotte della metà le sanzioni per la mancata iscrizione e l’omesso versamento del contributo Sistri. Fino ad allora, si applicano i tradizionali obblighi di tracciabilità per formulari, registri e Mud di carta e relative sanzioni.
Si affaccia anche la semplificazione burocratica per registri e formulari.
Ma c’è ancora molto da fare.

(01/02/2018) di Paola Ficco

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INTERVENTI - Responsabile tecnico, Direttore tecnico e Referente Ippc, chi sono e il coinvolgimento con la responsabilità del Legale rappresentante dell’impresa

All’interno delle realtà aziendali che gestiscono rifiuti si ha, spesso, una pluralità di figure e di ruoli con competenze diverse e altrettanto diverse responsabilità. Dinanzi ad alcuni reati commessi dal soggetto titolare dell’autorizzazione (es. violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione) che, quindi, riveste una particolare qualità, in generale, si è in presenza dei reati cd. “propri”.
In generale, anche l’inadempimento da parte di un collaboratore risulta imputabile al titolare. Tuttavia, non sempre è così chiaro a chi debbano essere ascritti questi reati. A tal fine, fatte salve le regole sul concorso di persone nel reato, occorre partire dalla ricognizione dei tratti essenziali dello strumento tipico di attribuzione a terzi delle funzioni di gestione e controllo ambientale proprie del titolare dell’autorizzazione, rappresentato dalla delega di funzioni. Si prosegue poi con l’indicazione della responsabilità delle diverse figure che verosimilmente sono presenti nella vita dell’impianto: il Responsabile tecnico, il Direttore tecnico e il Referente Ippc.

(21/12/2017) di Paola Ficco

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COMMENTI - La Circolare MinAmbiente aiuta a costituire la prova che si è in presenza di un sottoprodotto e non di un rifiuto

La Circolare 30 maggio 2017 del Ministero dell’ambiente è “esplicativa per l’applicazione del Dm 13 ottobre 2016, n. 264”, il regolamento che reca criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza del sottoprodotto al posto del rifiuto.
Il testo vuole aiutare le imprese nella dimostrazione che i loro residui non sono rifiuti bensì sottoprodotti.
La Circolare consta di 19 pagine: troppe. Tuttavia, la sua disamina convince abbastanza della necessità di approfondita analisi, rendendola un testo completo che funge da “guida”, alle imprese sulla venuta ad esistenza del sottoprodotto, anche e soprattutto ai fini dell’omogeneità dei controlli.

(29/06/2017) di Paola Ficco

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INTERVENTI - Economia circolare e criticità della legislazione

Il riutilizzo dei “non rifiuti” e il riciclaggio dei rifiuti sembrano ormai essere in una non sanabile rotta di collisione, dove – per eliminare gli sprechi (e quindi i rifiuti) – moltissime cose si accingono a uscire dal ciclo del controllo del sistema pubblico. In tal modo, si modifica (di fatto) la nozione di rifiuto. Nonostante la giurisprudenza Ue imponga l’interpretazione estensiva del termine “disfarsi”. Quindi, o la futura direttiva sull’economia circolare modifica la definizione di “rifiuto” (eliminando il “disfarsi”, creato 42 anni fa dalla direttiva Cee 75/442 per un’economia totalmente lineare) oppure deve indicare esattamente “quando” un rifiuto cessa di essere tale. Diversamente, il concetto stesso di economia circolare sarà messo in discussione fin dal suo nascere e si scontrerà con più di un imbarazzo interpretativo dovuto alle definizioni di cui ad oggi (e forse anche domani) si dispone.
Il che è ancora più foriero di rischi alla luce della legge sui delitti ambientali (68/2015).

(01/02/2017) di Paola Ficco