Claudio Rispoli Chimico - Consulente Adr

Interventi e commenti

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INTERVENTI - Classificazione rifiuti 2: la Linea Guida Snpa tra luci e ombre

Con la Delibera n. 61/2019 il Sistema nazionale della protezione ambientale (Snpa) ha adottato la tanto attesa (e più volte annunciata dall’Ispra) Linea Guida sulla classificazione dei rifiuti che, oltre a riunire in un unico documento l’intera disciplina vigente sul tema, contiene numerosi approfondimenti di elevata qualità tecnica. Il documento, talvolta ridondante (forse perché elaborato a più mani) descrive anche alcuni importanti nessi con la gestione dei rifiuti e non nasconde aspetti ancora controversi e critici. L’intervento pone l’accento sulle luce e le inevitabili ombre del documento.

(02/03/2020) di Claudio Rispoli

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INTERVENTI - Classificazione rifiuti: l’evoluzione (finora) mancata

La Sentenza della Corte Ue del 28 marzo di quest’anno ha segnato un punto di svolta importante nell’approccio alla classificazione dei rifiuti, eppure non sembra che sia stata colta l’importanza dei principi da questa affermati. Il “sistema” è ancora assurdamente impantanato sulla presunzione di pericolosità e sulle classificazioni cautelative, nella maggior parte dei casi, immotivate.

(31/10/2019) di Claudio Rispoli

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COMMENTI - Codici speculari: i punti fermi della sentenza europea e il bilanciamento tra precauzione e proporzione

L’attesissima Sentenza della Corte Ue in tema di codici a specchio potrebbe apparire scontata o “pilatesca”, posizionata in un “giusto mezzo” tra differenti letture della norma e quindi risultare neutra o di scarso impatto: non è così.
I principi che afferma, peraltro già reperibili nella norma, sono ora declinati in modo inequivocabile ed hanno consistenti ricadute pratiche nel processo di valutazione della pericolosità/non pericolosità dei rifiuti classificati con codici speculari. Già da ora quindi, si impongono delle modalità diverse dal consueto nel processo di classificazione: più approfondite, meglio documentate, motivate con cura e sempre con riferimento alla situazione specifica. Classificazioni sbrigative, semplicistiche, conservative o meno (tutte prassi molto frequenti), non risultano più ammissibili.
Il produttore dei rifiuti è chiamato a degli obblighi di valutazione precisi (e quindi anche eventuali terzi che gli forniscono il necessario supporto tecnico) ed il principio di precauzione esplica la sua azione “preventiva” esclusivamente a valle di una valutazione, in situazioni ben circostanziate in cui non si riesce ad escludere pericoli potenziali realistici. Per questi motivi, ancora più di quanto già non facciano, le Associazioni di categoria, dovrebbero supportare gli associati nella classificazione di rifiuti “tipici” di settore.

(29/05/2019) di Claudio Rispoli

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INTERVENTI - Rifiuti: rischi e pericoli tra rischio chimico, Seveso III e piani di emergenza

La gestione dei rifiuti comporta degli aspetti di sicurezza, sia nelle fasi ordinarie, sia nelle emergenze; questa banale affermazione in realtà si adatta a tutte le attività umane, non solo ai rifiuti, e va quindi declinata ed affrontata caso per caso, stabilendo delle priorità. Di conseguenza è stata sviluppata una legislazione di base, di carattere generale, insieme a delle disposizioni specifiche per i rischi più significativi (cosiddetti “incidenti rilevanti”). Le recenti disposizioni in tema di emergenze legate ai rifiuti hanno evidenziato l’importanza della problematica ma, al contempo, hanno confuso, appunto, le priorità. Alla confusione già esistente rispetto ai concetti di “rischio” e di “pericolo”, si è aggiunta ulteriore complessità senza intervenire, dove invece sarebbe prioritario, ad esempio sulle difficoltà di applicazione della disciplina “Seveso” ai rifiuti (dove è necessario avere ben chiari i livelli di pericolo con cui ci si confronta).

(05/03/2019) di Claudio Rispoli

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INTERVENTI - L’insostenibile pesantezza della classificazione

Anche se i soggetti destinatari delle norme sulla classificazione dei rifiuti sono molto numerosi, queste hanno raggiunto un livello di complessità notevole, alla portata di pochi esperti, che comunque non possono risolvere le numerose ed importanti difficoltà applicative. Le stesse norme hanno una relazione strettissima con la possibilità di recupero/riutilizzo dei rifiuti, incidendo direttamente nella graduale evoluzione verso un’Economia Circolare. Nell’approfondimento dei singoli aspetti può facilmente sfuggire la visione generale e la dinamica delle influenze reciproche dei diversi fattori. Gli interventi tecnico-normativi già fatti, e quelli da fare (alcuni urgentissimi) non possono prescindere da un approccio “globale”, che consenta lo sviluppo di strumenti idonei a descrivere, e quindi, a gestire la fase attuale di cambio di paradigma.

(29/10/2018) di Claudio Rispoli

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COMMENTI - Classificazione rifiuti: 1º marzo – 5 luglio 2018, una pericolosa finestra temporale che arriva dall’Europa e che nessuno ha saputo gestire

L’intervento si propone di spiegare, in estrema sintesi, la situazione che si è venuta a creare in questo periodo e che ha scatenato le più diverse reazioni: dall’indifferenza totale (i.e. troppo difficile, troppo complesso quindi da ignorare) alla paventata paralisi totale del gracile e precario sistema di gestione dei rifiuti italiano. Nel mezzo, c’è l’attenzione dei tanti operatori scrupolosi che, a fronte dell’evoluzione normativa, qui spiegata, hanno alzato l’asticella dei controlli, esigendo documentazioni in linea con le disposizioni aggiornate.
Oggetto del presente intervento sono le modifiche introdotte dal Regolamento 2016/1179/Ue, (IX Adeguamento al progresso tecnico) in vigore dal 9 agosto 2016, che si applicano dal 1º marzo 2018, fatta eccezione per la soppressione della tabella 3.2 all’allegato VI che si applica già dal 1º giugno 2017.
Tuttavia, non si tratta di novità né, di sorprese, bensì di cambiamenti annunciati già un anno e mezzo fa e che, in molti, hanno fatto finta di non vedere.

(02/03/2018) di Claudio Rispoli

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INTERVENTI - Classificazione rifiuti: ancora in bilico

Mai come quest’anno, il dibattito sulla classificazione dei rifiuti, e in particolare sui codici “speculari”, è stato altrettanto intenso e segnato da contrasti.
Il presente intervento si focalizza sull’attuale quadro normativo, tutt’altro che definitivo e quindi su “come fare” in questa fase. Inoltre formula brevi osservazioni sull’accesa polemica intercorsa sul punto e della quale, in punto di merito, non c’era decisamente bisogno.
Come noto, la rimessione degli atti da parte della Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia Ue 1 mediante l’Ordinanza n. 37460 del 27 luglio 2017, ha “congelato” la situazione, ma è chiaro che, in attesa dell’autorevole risposta, occorre comunque classificare i rifiuti e non sono pochi gli elementi di incertezza.
Quindi, il già complesso (e ipertrofico) quadro tecnico-normativo sulla classificazione dei rifiuti si arricchisce di ulteriori elementi di attenzione. E precisamente:
• i quesiti posti alla Corte di Giustizia Ue
• gli atti ad essi sottostanti, in particolare la nota tecnica Ispra sull’articolo 9 del Dl 91/2017 in materia di classificazione dei rifiuti, presentata all’Ufficio di Presidenza dei Gruppi parlamentari della Commissione Bilancio del Senato del 4 luglio 2017 2
• la legge 123/2017.

(28/09/2017) di Claudio Rispoli